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«LE IMPRESE HANNO CAPITO L’IMPORTANZA DELLA RIVOLUZIONE DIGITALE, ORA DEVONO ADEGUARE I PROPRI MODELLI DI BUSINESS»

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Il giornalista Luca Barbieri, esperto di innovazione, presenta i temi al centro di “Business (R)Evolution

 

Luca Barbieri, partiamo dal titolo della tavola rotonda in programma giovedì 15 dicembre: “Business (R)Evolution”. È davvero in atto una rivoluzione?

«Il titolo è azzeccato perché i modelli di business sono mutati radicalmente con gli investimenti nelle nuove tecnologie e con l’introduzione del digitale», risponde Barbieri, consulente per la comunicazione di centri di ricerca, PMI innovative e startup, imprenditore e giornalista (in RCS ha collaborato alla nascita e al lancio di Corriere Innovazione, e ha co-fondato Blum, società di consulenza che aiuta imprese innovative grandi e piccole e centri di ricerca a crescere attraverso comunicazione, media relation ed eventi). «Sono cambiati i modelli di business, è cambiata la produzione, è cambiato il rapporto col cliente, è cambiato il modo di vendere, ma anche quello di gestire il lavoro. Specie in un settore come quello manifatturiero, che è stato profondamente trasformato dal piano Industria 4.0, e che proprio grazie a questa trasformazione è oggi in salute».

Peraltro, i dati più recenti relativi al Pil attestano che l’Italia ha accumulato una crescita acquisita per il 2022 del 3,9%, anche se il quarto trimestre dovesse avere un andamento “piatto”. In tal caso, considerato l’incremento del 6,7% già messo a segno nel 2021 sul 2020, l’Italia crescerebbe nel biennio 2021-2022 complessivamente addirittura del 10,9%.

«Esatto. E occorre riflettere su un punto, come di recente ha fatto in un ampio articolo il professor Fortis sul quotidiano Il Foglio: la ripresa che si è avuta tra la fine del 2021 e il 2022 non è stata dovuta a un effetto rimbalzo del Covid, ma proprio alla grande opera di digitalizzazione degli impianti, all’introduzione della robotica e all’efficientemente del sistema produttivo. Tutte operazioni perlopiù realizzate grazie agli incentivi di Industria 4.0, che hanno portato l’Italia a essere ai primi posti in Europa nella crescita. Il passo in avanti è notevole, ma questo ne comporta un altro, che non tutti ancora hanno compiuto: ora infatti occorre adeguare le procedure adottate in azienda e i propri modelli di business, e capire che non si vende più soltanto il prodotto ma anche il servizio».

Cosa significa questo sul piano della comunicazione?

«Che occorre sfruttare il digitale come valore, aspetto riguardo al quale Nicola Possagnolo (co-founder della padovana Noonic, selezionato da Forbes Italia tra i “100 Number One”, ndr), che sono contento di ritrovare fra i relatori, è un maestro. E poi entra in gioco la capacità di raccontare il valore innovativo dell’impresa: l’interlocutore non cerca solo un prodotto, oggi, ma l’adesione a sistemi valoriali di un certo tipo».

Le imprese del tessuto veneto come hanno raccolto queste sfide?

«Il nostro territorio si è lanciato in modo massiccio sull’e-commerce, ma ha anche saputo modernizzarsi usando gli strumenti di gestione della forza lavoro, fornendo informazioni e assistenza anche grazie al digitale. Ma è chiaro che vale anche qui in Veneto l’analisi che facevamo sul piano generale per l’Italia».

Chiudiamo la chiacchierata con un numero che ci sta a cuore: 25, gli anni di Confapi Padova. L’Associazione festeggia il suo primo quarto di secolo di vita e coglie l’occasione per ragionare... sul prossimo. In questo mondo che va di fretta, è possibile proiettarci sul serio così avanti?

«Venticinque anni sono tanti, ma buttare la palla avanti - se vogliamo usare questa immagine - ha senso, perché alcune tendenze già si possono ipotizzare e già si vedono oggi. E poi non dimentichiamo che spesso servono decenni perché trovino applicazione massiccia. Vale per l’Intelligenza Artificiale, certo. Ma se vogliamo citare un esempio specifico rispetto a quanto sto dicendo, citerei le stampanti 3D: esistono da oltre trent’anni, ma soltanto in tempi recenti sono tornate a ricevere attenzioni, essendosi rivelate uno strumento fondamentale nella lotta alla pandemia, perché hanno consentito di creare nuove valvole che hanno permesso di salvare centinaia di vite nella fase più acuta del Covid. Ed è un esempio utile anche per inquadrare il tema della nuova narrazione del prodotto e dell’innovazione stessa, e dell’importanza nel costruire narrazioni che siano coerenti con quello che abbiamo in mano. In questo senso diventa sempre più importante l’uso dei social network, ormai sempre più influenti nelle tattiche comunicative di un’azienda. Non si tratta semplicemente di contenuti, ma anche creare una community, darle valore e farla sentire parte del progetto».

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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