Al via le consultazioni per il nuovo governo: dal Recovery al piano vaccini, i nodi da affrontare dall’economista col cuore a Padova
Mario Draghi è passato alla storia come l’uomo che ha salvato l’euro e adesso in molti sperano che possa ripetere l’operazione con l’Italia. A lui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito l’incarico di formare un nuovo «governo di alto profilo» per superare la crisi ed elaborare un Recovery Plan che sappia rilanciare l’economia italiana.
LA SITUAZIONE
Iniziano a Montecitorio le consultazioni tra le forze in Parlamento e il premier incaricato, chiamato a trovare i numeri per far nascere un nuovo governo. La prospettiva è quella di un esecutivo “tecnico-politico”, il modello quello di Carlo Azeglio Ciampi nel 1993. Al termine dei colloqui, Draghi tornerà al Quirinale per sciogliere la riserva, giurare e presentarsi alle Camere per la fiducia. Al momento il centrodestra è alla ricerca dell’unità sulla via dell’astensione come punto di equilibrio, sebbene da Forza Italia non manchino segnali di apertura. La ex maggioranza è divisa tra il Pd, pronto a sostenere il nuovo tentativo salvaguardando l’alleanza giallorossa e il M5S diviso fra i sostenitori del no senza appello - l’ala Di Battista e non solo - e gli "aperturisti".
RECOVERY E NON SOLO: I NODI
Sul piatto c’è la questione del Recovery fund, ovvero i 209 miliardi che spettano all’Italia per il Pnrr, il Piano di ripresa e resilienza che ha dato il la alla crisi di governo. La scadenza per la presentazione a Bruxelles è fine aprile ma gli Stati sono incoraggiati a presentarli prima. Ma non è ovviamente l’unico nodo. Da affrontare c’è innanzitutto la lotta alla pandemia e il completamento del piano vaccinale. Draghi li ha messi come primi punti all’ordine del giorno perché, come ha detto Mattarella, «nei prossimi mesi si può sconfiggere il virus o esserne travolti». E poi c’è l’emergenza economica e sociale. Il Parlamento ha approvato lo scorso 20 gennaio la richiesta di scostamento di bilancio da 32 miliardi richiesto dal governo per finanziare il quinto decreto ristori ma il governo Conte ha detto chiaramente, nel varare la proroga dello stop alle cartelle esattoriali fino a fine febbraio, che se ne occuperà il nuovo esecutivo. E bisognerà affrontare il problema della cassa integrazione da prorogare e quello - enorme - del blocco dei licenziamenti che scade a fine marzo.
LA FRASE STORICA
«Whatever it takes» è la frase più nota di Mario Draghi, molto ricordata dopo che Draghi ha accettato l’incarico di formare un nuovo governo, mercoledì. Fu pronunciata il 26 luglio del 2012 durante un forum di investitori a Londra, nel mezzo della seria crisi economica che aveva colpito l’Europa. Draghi, che allora era presidente della BCE, disse in inglese che la BCE avrebbe fatto «whatever it takes», «tutto il necessario» per salvare l’euro.
I LEGAMI CON PADOVA
Mario Draghi ha un forte legame con il Veneto, e più ancora con Padova. All’ombra del Santo è nato il padre Carlo, la cui personalità ha senza dubbio ispirato l’ex presidente della Banca Centrale Europea se si considera che nel lontano 1922 venne assunto dalla Banca d’Italia per poi passare all’Iri e quindi alla Bnl, sempre a Roma. E è lì che Mario Draghi è nato nel 1947, ma i legami col Veneto sono molteplici. A Stra c’è la villa di famiglia. Sua moglie, Maria Serenella Cappello, è originaria di Noventa Padovana. E a Padova Draghi ha insegnato Macroeconomia alla Facoltà di Scienze Statistiche, dopo aver studiato all’Università “La Sapienza” a Roma ed essersi specializzato al Massachusetts Institute of Technology da maestri come Stanley Fischer e Robert Solow. È stato proprio lui a ricordare gli anni padovani, al Bo, nel 2009 quando ha ricevuto la laurea honoris causa in Statistica.
CHI È
Mario Draghi è un economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico italiano. Formatosi in Italia e specializzatosi al MIT di Boston, già professore universitario, Mario Draghi negli anni novanta diventa alto funzionario del Ministero del tesoro. Dopo un breve passaggio in Goldman Sachs, nel 2005 viene nominato Governatore della Banca d’Italia, prendendo il posto di Antonio Fazio. Mario Draghi ha ricoperto inoltre l’incarico di Presidente del Financial Stability Board. È stato Direttore esecutivo per l’Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Trenta. Nel 2011 succede a Jean-Claude Trichet nella carica di Presidente della Banca centrale europea. Nel 2018 è stato annoverato tra gli uomini più potenti del mondo al 18° posto.
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova