Il Presidente Casasco primo firmatario del documento che impegna a usare la cassa integrazione prima di licenziare
Cassa integrazione per ritardare o evitare i licenziamenti. È il compromesso raggiunto tra governo, imprese e sindacati dopo un lunghissimo pomeriggio di trattative, martedì 29 giugno, a Palazzo Chigi. La proroga del blocco dei licenziamenti rimane circoscritta alla filiera del tessile, non passa la linea dell'allargamento della proroga fino al 31 ottobre ad altri settori in crisi, dalle costruzioni alla manifattura, all'automotive. Ma le imprese si impegnano a ricorrere agli ammortizzatori ordinari prima di interrompere il rapporto di lavoro. Una proroga di fatto del blocco dei licenziamenti, quella ottenuta da Cgil, Cisl e Uil. Il documento congiunto messo a punto a Palazzo Chigi è stato firmato dal premier Mario Draghi, dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, dai leader di Cgil Cisl e Uil e dai presidenti di quattro organizzazioni imprenditoriali: il primo è stato Maurizio Casasco, di Confapi, e poi sono arrivate le adesioni di Confcooperative, Cna e Confindustria.
Per le imprese in crisi che stanno negoziando ai tavoli del ministero dello Sviluppo i processi di riorganizzazione sono invece previste invece tredici settimane di cassa integrazione gratuita, e in cambio non potranno licenziare.
Passa così la linea di Confapi che, da sempre, cerca di mediare prima di arrivare ai licenziamenti. La Confederazione ha avuto in questa trattativa un ruolo rilevante di mediazione tra le istanze portate avanti dai sindacati e l’iniziale posizione del Governo.
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