«Per la ZIP un ruolo di agenzia del tipo Business Locator. L’Università? Va integrata di più nel tessuto produttivo»
Arturo Lorenzoni è il candidato sindaco di Coalizione Civica per Padova, movimento che nasce con un percorso aperto e autonomo che vuole includere cittadini, forze civiche, sociali, economiche e politiche cittadine, con l’obiettivo di costruire un progetto per la città che sia nuovo, alternativo, all’altezza delle aspettative. Lorenzoni, cinquant’anni, è docente di Economia dell’Energia all’Università di Padova. Giocatore di rugby (ha vinto un titolo italiano giovanile con il Petrarca) è anche presidente della Fondazione Fontana. È stato scelto come candidato di Coalizione Civica dopo le primarie interne cui hanno partecipato oltre 800 persone. Ecco le sue risposte all’intervista di Confapi Padova.
1) Nuovo polo ospedaliero padovano: qual è la sua idea a riguardo?
«Il tema di un moderno hub ospedaliero a Padova è di assoluto rilievo, anche per le implicazioni di politica sanitaria regionale. L’impatto di questa scelta sull’intero tessuto urbano, sulla mobilità e sui servizi in genere rende indispensabile un’attenta analisi costi-benefici delle diverse opzioni sul terreno per valutare organicamente gli effetti di un tale investimento ed evitare progetti o modelli non coerenti con l’idea sanitaria di lungo termine. Detto ciò, gli obiettivi principali del mio governo sulla questione saranno tre: razionalizzare e ammodernare i servizi, offrire ai cittadini un servizio sanitario di alta qualità, consentire alla Scuola di Medicina di Padova di competere su scala internazionale. Quanto sopra si dovrà coniugare con la riduzione del consumo di suolo e la rigenerazione urbana, per mantenere la città viva e sicura. In questa prospettiva, non riterrei di escludere una soluzione costruita sulla distinzione tra un polo esterno di alta specializzazione, ove concentrare e sviluppare la medicina ad alta tecnologia e un polo di medicina del territorio che possa rimanere nella sede attuale».
2) Centro congressi in Fiera. Qual è la sua posizione?
«Molti padovani forse non sanno che, dal punto di vista demografico, Padova con la sua provincia si colloca al tredicesimo posto sulle oltre cento province d’Italia ed è la prima per popolazione nel Triveneto, di poco al di sotto del milione di abitanti. Sommando anche solo i Comuni della cintura urbana non si è lontani dalla soglia dei 400.000 residenti. Questi dati, puramente oggettivi, devono far riflettere. Padova ha sicuramente necessità di un centro congressi all’altezza della sua dimensione nazionale, della sua Università, della sua importante tradizione culturale e del suo variegato tessuto produttivo. Il progetto di Kengo Kuma ha respiro internazionale e mi auguro possa essere realizzato superando le difficoltà incontrate. Una Città che voglia attrarre flussi significativi deve sapersi attrezzare di conseguenza dal punto di vista infrastrutturale e i miei sforzi andranno anche in questa direzione».
3) Stadio: Plebiscito o Euganeo nel futuro del Calcio Padova
«Vedo circolare in questo momento idee che profumano molto di spot elettorale. A mio avviso, quella di spostare le partite del Calcio Padova al Plebiscito è sbagliata, sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perché imposta al relativo quartiere senza un’analisi preventiva degli impatti e senza un progetto compiuto sugli spazi, senza valutare la compatibilità con le norme di sicurezza, senza considerare gli usi attuali dell’area. Nel merito perché dotare Padova di una struttura che non consentirebbe le partite nella massima categoria e comporterebbe lo spostamento di molteplici attività sportive di base oggi utili per valorizzare il quartiere, con ulteriore consumo di suolo per parcheggi, rischia di destabilizzare l’intera mobilità della zona nord di Padova senza apportare adeguati benefici in rapporto ai costi, il che è dissennato. Il Calcio Padova potrà disporre di uno stadio migliore nella sede attuale, dove si può rinunciare alla pista di atletica (non molto apprezzata dagli atleti), trasferendola in un Colbachini rigenerato, per avvicinare gli spettatori e creare una struttura moderna».
4) Come rilanciare la Zona Industriale di Padova
«Vedo per la ZIP un ruolo di agenzia del tipo Business Locator. Dobbiamo rilanciare le imprese locali e anche portare a Padova nuove imprese disposte a interagire proficuamente col tessuto già esistente, attraendo investimenti, anche dall’estero. La ZIP può offrire servizi di logistica, ma può e deve diventare anche il luogo della manifattura di qualità, oltre che delle start up innovative. Questo può essere fatto fornendo servizi e reti di supporto alle imprese a agevolando la costituzione di partnership tra imprese, investitori e istituzioni. Chi è già presente sul territorio e chi intenda venire a Padova saprà di poter contare su un’amministrazione sensibile alla crescita economica e alle sinergie fra mondo dell’impresa, dei servizi e della ricerca innovativa. A questi fini non è necessario espandere la cubatura della ZIP, ma riqualificare le strutture esistenti fornendo servizi di qualità (green building, uso del verde per mitigare gli impatti, servizi informatici, etc.) e facendo dialogare al meglio i soggetti istituzionali del territorio. La ZIP è già quasi interamente cablata dalla fibra ottica e ha le infrastrutture che potrebbero ospitare, in modo efficiente e integrato con l’Interporto, anche grandi aziende della manifattura. Vi sono, inoltre, intere aree della ZIP che possono essere “polmoni residenziali e verdi”: riconvertire queste aree ad uso dei cittadini, consentirebbe alla ZIP di divenire una area “viva”. In tutto il nostro programma, uno dei nodi centrali è la rivitalizzazione di tutte le aree della città: la città, in tutte le sue porzioni e quartieri, deve essere vissuta dai cittadini, perché è questo che garantisce un continuo indotto economico e ha delle immediate ricadute anche sulla “sicurezza sociale”».
5) Ci dica la prima misura che prenderà, se diventerà sindaco, per rilanciare l’economia del territorio
«Stiamo concordando incontri con i rappresentanti delle categorie e delle associazioni delle imprese per far conoscere il nostro programma e ascoltare con la massima attenzione problemi, istanze e prospettive/spunti di soluzione. Da questo confronto scaturirà sicuramente, ben prima dell’11 giugno p.v., l’agenda delle priorità da mettere in atto o avviare nei primi cento giorni di governo, ossia con l’urgenza del caso. Credo che la serietà e l’impegno delle forze che rappresento si debba evincere non solo dalla prima cosa cui si vorrà mettere mano, ma da quella unitamente alle altre quattro o cinque che, secondo un piano organico, vi faranno seguito e contorno nell’immediato. È possibile leggere nel nostro programma che intendiamo istituire un Assessorato alla Innovazione Sociale e al Lavoro. Il primo passaggio di tale assessorato comporta la proposta e quindi la costituzione di un “Protocollo per un lavoro sano e pulito”. Siamo convinti che introducendo misure di facilitazione e premialità per le imprese che hanno a cuore lo sviluppo delle competenze dei propri lavoratori, ad esempio, e lo sviluppo di prodotti e servizi di qualità, possa crearsi un indotto virtuoso per la creazione di nuovo lavoro. Si tratta di fondare un patto sociale che ricomponga le fratture tra i mondi del lavoro e dello sviluppo economico».
6) Si impegna a scongiurare l’ulteriore aggravio di imposte locali sulle attività produttive?
«Posso assicurare che nel mio programma di governo non è previsto un aggravio degli attuali livelli delle imposte locali e intendo quindi assumere un espresso e serio impegno in tal senso, utile a sgombrare il campo fin da subito circa eventuali dubbi in proposito. L’attuale congiuntura economica è ancora dominata dalla fragilità dell’inversione di tendenza rispetto al periodo 2008-2014 e quindi molto si può fare, tranne che aumentare i livelli di indebitamento del settore pubblico o di tassazione di cittadini e imprese».
7) C’è spazio per altre grandi opere a Padova?
«Certamente, il programma di rigenerazione urbana al centro della proposta di Coalizione Civica comporta investimenti significativi per la riqualificazione di molte aree oggi inutilizzate in città, per ridare significato e decoro alla città, anche nelle sue zone periferiche oggi abbandonate. Vi sono fondi su scala nazionale e internazionale per queste attività e contiamo di portare a Padova le risorse per cambiare il volto della città. Anche nell’ambito della mobilità dobbiamo investire in un sistema di trasporti pubblici capaci di decongestionare il traffico, ridurre i tempi di percorrenza, migliorare la qualità dell’aria e l’accessibilità a tutti servizi».
8) Il numero di imprenditori extracomunitari nel territorio padovano, nel 2016, per la prima volta ha sfondato il tetto degli 8.000. La posizione di Confapi è quella dell’integrazione nel rispetto delle regole. La sua?
«È anche la mia posizione, non potrebbe essere diversamente. L’integrazione è un principio fondamentale per un’economia di mercato avanzata e deve realizzarsi nel rispetto delle regole vigenti. Le regole valgono per tutti allo stesso modo, senza deroghe per nessuno. Quantità e qualità degli operatori economici sono uno dei principali indicatori dello stato di salute del territorio e la creazione del valore non può che avvenire nel rispetto delle regole, che a loro volta devono rafforzare l’economia, stimolando la capacità di fare impresa, e vanno senza indugio migliorate quando necessario. Si tratta certamente di comporre dei tavoli di dialogo con i rappresentanti dei lavoratori/imprenditori migranti, per entrare nel merito delle dinamiche produttive tipiche delle differenti esperienze. È necessario avviare una mappatura puntuale delle attività produttive e della loro redditività (ad esempio, quanti sono i migranti che hanno aperto una partita IVA o una piccola attività commerciale autonoma per darsi una sponda di regolarizzazione (L. Bossi/Fini), di farne uno studio sulla distribuzione territoriale e sulla capacità che tali attività hanno sull’offerta di posizioni lavorative ad altri lavoratori. Si tratta certamente di incentivare l’integrazione di tali attività produttive/commerciali rispetto a quanto ad esempio oggi viene prescritto dalla norma in termini di alternanza scuola lavoro… Insomma: possono queste aziende essere trattate al pari delle altre in toto?».
9) Università: è abbastanza integrata con la Città o si può fare di meglio?
«Si può e si deve fare di meglio. L’Università, pur tenendo presente che la sua grande dimensione trascende l’orizzonte cittadino, oggi non è adeguatamente integrata, né nel tessuto produttivo, né in quello sociale. Le possibilità di interazione fra Città e il suo ateneo sono enormi, un potenziale veramente straordinario. Lo abbiamo visto a proposito del nuovo polo ospedaliero. Occorre a mio avviso sviluppare anche in questo campo una visione di comune interesse, che abbracci auspicabilmente il prossimo decennio; una valida collaborazione fra istituzioni cittadine, PMI e mondo universitario, in un mondo che corre sempre più velocemente, potrebbe portare a Padova e al suo territorio risorse e vantaggi, anche competitivi, molto importanti. Il mio governo punterà a incrementare questa collaborazione, perseguendo l’obiettivo di un vero e proprio salto di qualità in tal senso, anche lavorando su soluzioni di reciproco vantaggio tra studenti e servizi alla città».
10) Quali costi sono previsti per la sua campagna elettorale? Come la finanzierà?
«Non abbiamo fatto un budget, lavoriamo unicamente con quanto raccogliamo in modo diffuso. Il nostro progetto di partecipazione è centrato sulla collaborazione di moltissimi cittadini che si adoperano gratuitamente per organizzare e promuovere il programma e il progetto politico, per cui i contributi di centinaia di persone sono indispensabili per condurre la campagna. I costi cui inevitabilmente dobbiamo far fronte, sono coperti con una raccolta diffusa, tramite l’accensione di un conto corrente in Banca Etica e una piattaforma di Crowdfunding accesa presso Produzioni dal Basso. Un secondo conto corrente sosterrà i costi per promuovere la lista Lorenzoni Sindaco, che affianca il mio percorso elettorale. Non si accettano contributi superiori a 5.000 Euro, per assicurare l’indipendenza del nostro percorso. Ogni euro speso sarà rendicontato in modo dettagliato e trasparente».
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PER ATTIRARE A PADOVA AZIENDE DA TUTTO IL MONDO»
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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