Il presidente nazionale dei Giovani Imprenditori Confapi: «Le aziende devono sapere come e dove investire»
Dalle istituzioni europee che usciranno dalle urne il 26 maggio, i giovani imprenditori italiani si aspettano «una programmazione decisa, veloce ed equa con priorità ai temi quali infrastrutture, ambiente ed energia, perché le imprese, soprattutto le piccole imprese, siano indirizzate ad investire in maniera corretta nei settori giusti». A lanciare questo appello con Adnkronos/Labitalia, in vista della prossima scadenza elettorale, è Jonathan Morello Ritter, presidente dei Giovani imprenditori di Confapi.
Un giovane imprenditore oggi in Italia deve affrontare diverse criticità. «Intanto -spiega Morello Ritter- c’è un problema di accesso ai capitali: sappiamo dai dati che molte nostre aziende nascono piccole e rimangono piccole, con una media nazionale di 5 addetti ad azienda. Sono aziende sottocapitalizzate, con difficoltà di accesso al credito, difficoltà che – rimarca - gli accordi di Basilea hanno accentuato perché tarati per le grandi aziende».
Agevolare l’accesso al credito, sottolinea l'imprenditore padovano, «permetterebbe alle pmi di investire in innovazione e ricerca, mentre adesso, a causa della difficoltà di accesso al credito, le piccole imprese preferiscono esternalizzare alcuni servizi (come quelli informatici, ad esempio), anziché comprare macchinari e creare occupazione. Questo, però, limita moltissimo l'orizzonte di sviluppo dell'azienda».
Un’altra difficoltà delle pmi, evidenziata anche dalle ultime rilevazioni Unioncamere Excelsior, «è quella di trovare personale adeguato alle necessità produttive», spiega Morello Ritter. «In un caso su 4 -conferma il presidente dei Giovani Imprenditori Confapi- la persona da assumere è di difficile reperimento e in alcuni settori, anche in un caso su 2. Più qualificata è la posizione ricercata, più difficile è trovarla sul mercato. Sia che si tratti di manager sia che si tratti di operai specializzati».
Per le pmi permane poi, avverte, il grande ostacolo «di un costo del lavoro troppo elevato. Ridurre il cuneo fiscale sull'utile dell'impresa per una piccola azienda - dice Morello Ritter - è poco significativo: bisogna proprio diminuire le tasse».
In questo scenario, osserva Morello Ritter, «le opportunità del fare imprese sono riservate a chi davvero scelga volontariamente questa strada e non a chi la imbocchi per necessità, pensandola come alternativa al lavoro dipendente».
«Chi diventa imprenditore per “necessità” - afferma Morello Ritter - rischia 10 volte tanto rispetto a chi lo fa con competenza e passione. In Italia un'azienda su due chiude nei primi 5 anni di vita: per questo, come giovani imprenditori Confapi, stiamo cercando di portare competenze nelle aziende. E di ridare alle persone la fiducia nell’imprenditore, che investe tutto nella sua azienda che è la sua famiglia». Lo scenario, i mercati, su cui si muovono anche le pmi sono molto cambiati in questi anni.
«Il valore del nostro export è passato - ricorda il presidente dei Giovani Confapi - dai 417 miliardi di euro del 2017 ai 462 miliardi di euro del 2018, un trend di crescita importante: le aziende che esportano godranno ancora di buona salute ed è bene, in generale, puntare a un mercato europeo e internazionale». Un obiettivo che deve essere condiviso dalle aziende con «governo, ministeri, università, enti locali», dice Morello Ritter.
Dalla prossima legislatura europea, i giovani imprenditori si aspettano ora «che gli Stati membri ritrovino quella compattezza necessaria per affrontare unitariamente i processi e accelerare i processi decisionali». E si aspettano «sostegno alle piccole e medie imprese, con l’incoraggiamento allo sviluppo di competenze nella forza lavoro e nella nuova classe politica». «L’acquisizione di competenze e la premiazione del merito - conclude Morello Ritter - sono infatti l'unico sistema davvero sicuro per trovare lavoro».
Ufficio Stampa Confapi Padova