A Padova negli ultimi 10 anni hanno alzato bandiera bianca tre imprenditori al giorno. Hanno smesso di lavorare, dal 2009 ad oggi, 14.624 titolari, amministratori o soci operanti in tutta la provincia. Una tendenza che non accenna ad arrestarsi, secondo la fotografia scattata da Fabbrica Padova, centro studi di Confapi. Al 31 dicembre 2018 gli imprenditori operativi risultano essere 136.534, quindi 577 in meno rispetto ai 137.111 dell'anno precedente. La diminuzione è dello 0,4%. Sulla crisi dei consumi, poi, pesa la corsa agli acquisti online.
Inizia così l'ampio servizio realizzato dalla giornalista Elisa Fais per il Gazzettino di Padova di mercoledì 6 marzo 2019, a partire da uno studio realizzato da Fabbrica Padova e commentato dal presidente Carlo Valerio. All'origine del servizio la tragedia di Vigonza, dove un imprenditore si è tolto la vita nella sua azienda, ultimo di una lunga serie.
«La società e le abitudini continuano a cambiare - afferma Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova Un processo che ha inevitabili ricadute sull'organizzazione delle imprese. Oggi si tende ad additare le grandi piattaforme di vendita online, ma non ha senso perché dietro c'è un consumatore che fa una scelta. Bisogna ritrovare uno spirito di comunità più forte: comprendere che in quel momento può essere utile spendere due euro in meno, ma domani potrebbe toccare a noi. E' amaro da ammettere, ma la società non si guida con atteggiamenti protezionistici. Le associazioni di categoria hanno un ruolo fondamentale, aiutare i propri associati a capire cosa sta accadendo e cosa accadrà nel mercato e nel mondo. Se non seguiamo questa strada, se non si chiede aiuto, le difficoltà diventeranno insormontabili. Togliersi la vita non è mai una scelta giustificata, ma una debolezza umana che va guardata con comprensione e rispetto. La vita è troppo importante, soprattutto lo è per chi ci sta vicino».
Sul risultato nell'insieme negativo, a livello settoriale si riflettono ancora le diminuzioni degli imprenditori che proseguono per costruzioni (-1,8%), manifatturiero (-1,2%), commercio-turismo (-1,3%) e in parte anche agricoltura (-0,6%). Rimane invece positiva la dinamica sia nei servizi alle imprese (+1,1% pur con una parziale riduzione per i servizi di informazione comunicazione e attività immobiliari) che alle persone (+1,5%). Allo stesso tempo si nota, però, come a crescere sia il numero di imprenditori extracomunitari: nel 2018 se ne contano 8.351 (il 6,1% del totale, percentuale che sale al 6,8% escludendo le attività agricole). Dato che rileva un andamento positivo (+2,1%) che conferma il trend in atto dal 2010. «Sono numeri di fronte ai quali non possiamo far finta di niente aggiunge Carlo Valerio - Occorre provare a governare questo fenomeno cercando di favorire l'integrazione, perché è l'unico modello di sviluppo da seguire e un'opportunità per far crescere tutto il territorio. Alla base ci deve tuttavia essere un comune sostrato di regole e valori condivisi, che non lascino spazio a chi vuole inquinare il nostro tessuto economico. Soffermandomi su manifatturiero e costruzioni, stanno sparendo gli imprenditori e la manodopera italiana. Ci riferiamo a lavori che i nostri ragazzi non vogliono più svolgere e che, però, sono e rimarranno necessari. Il rischio è che si disperda quel patrimonio di professionalità che per tanti anni ha caratterizzato le nostre aziende». (...)
Sull'argomento è tornato anche il Tg3 Veneto, con questo servizio (dal minuto 5'11" l'intervento del presidente Valerio)
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova