Il nuovo sindaco: «A Este la questione ospedale è stata decisiva per l'esito delle elezioni»
Confapi, dopo Filippo Giacinti, riconfermato ad Albignasego, ha intervistato il nuovo sindaco di Este Matteo Pajola. Candidato civico di area centrosinistra, ha vinto col 53,60% delle preferenze contro la candidata del centrodestra Roberta Gallana, sindaco uscente, rimasta ancorata al 46,40%.
Dottor Pajola, tutti parlano di un successo sorprendente, ma voi ci avete sempre creduto.
«Sapevamo che era una situazione complessa, ma avevamo anche la sensazione che fosse possibile farcela. La nostra lista civica è radicata da tanti anni a Este e nel tempo ha tenuto un contatto diretto con i cittadini, per cui credevamo in un esito favorevole al ballottaggio».
Già nelle prime dichiarazioni ha indicato nell’ospedale il tema che ha spostato i voti a vostro favore.
«Fra le tante drammatiche conseguenze subite dal nostro territorio a causa della pandemia non si può trascurare la trasformazione del “Madre Teresa di Calcutta” da ospedale per “acuti ed emergenze” a Covid Hospital, scelta che ha lasciato Este e tutta la Bassa senza la propria struttura ospedaliera di riferimento. Da oltre 18 mesi il sottodimensionamento del Madre Teresa di Calcutta costringe gli estensi e i residenti della Bassa a lunghi tragitti per poter usufruire dei servizi ospedalieri essenziali. Alla precedente amministrazione è stato imputato di non aver fatto sentire con forza la propria voce. Il voto al sottoscritto e alla colazione che mi ha sostenuto è anche un “no” al Covid Hospital».
Ma c’è margine per tornare indietro?
«Io mi auguro di sì. In tutte le sedi istituzionali profonderemo ogni azione e ogni sforzo per invertire questa decisione, in modo che il Madre Teresa di Calcutta torni in tempi rapidi a essere un ospedale per acuti ed emergenze a pieno regime, con ripristino delle numerose professionalità mediche perse in questi mesi. Appena formeremo la nostra squadra, una delle priorità sarà proprio quella di dialogare con gli altri sindaci della Bassa per lavorare al suo recupero ed essere risarciti per quanto abbiamo pagato in questi mesi».
Altro nodo da affrontare è quello dello spopolamento. Negli ultimi 5 anni gli estensi sono calati di circa 700 unità con una popolazione che è ormai inferiore ai 16 mila abitanti e che in pochi anni, con questo trend negativo, scenderà sotto i 15 mila, soglia critica per la perdita di importanti ruoli e funzioni. Cosa si può fare per tornare a richiamare abitanti nel territorio?
«In primis creando lavoro. Ma il lavoro si crea solo se ci sono le condizioni adatte. Il che significa che servono servizi e infrastrutture, sia classiche che digitali, a partire dal già citato ospedale, passando per la fibra ottica: tenete presente che il territorio della Bassa è "a fallimento totale", per cui i privati non investono in questo senso perché non hanno alcun tipo di ritorno economico dal farlo. Ne consegue che contiamo anche sulle risorse pubbliche del PNRR per arrivare ad averla. Ma, in tema di infrastrutture, cito anche il prolungamento della SR10 e il potenziamento della stazione dei treni. Sono queste le misure per creare un ambiente che possa favorire il ripopolamento. Dopodiché occorre ragionare anche nell’ottica di una possibile fusione fra comuni che consenta di mettere in sicurezza i numeri. Per cui lavoreremo perché sia attivato un percorso di Unione dei Servizi in uno spirito di collaborazione e aiuto reciproco. L’Unione dei Servizi diventerà l’ossatura necessaria per verificare l’ipotesi di riattivare il percorso di fusione fra Este ed Ospedaletto Euganeo. Le sfide principali che ci attendono sono queste».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova