Presentati i kit per l’autodiagnosi, un mese per le prove. Ce ne parla Marco Toson: «Li abbiamo portati dalla Cina»
Il Presidente Zaia presenta i nuovi tamponi fai-da-te come punto di svolta per il contrasto al Covid-19 in Veneto. A favorire l'operazione l'associazione OpenGate China di Marco Toson, già vicepresidente di Confapi Padova. Ma come funzionano e che tempi serviranno per averli? Confapi Padova ha attivato un canale preferenziale per metterli a disposizione delle sue imprese e a breve potremo darvi maggiori delucidazioni.
Premessa, il test è stato portato alla ribalta della cronaca per l’iniziativa lanciata da Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, che ha mostrato come eseguire l’autodiagnosi in modo diretto, con un semplice apparecchietto il cui funzionamento è stato mostrato in conferenza stampa dallo stesso governatore. Un gesto semplice, come il test di gravidanza. Dal punto di vista tecnico, la procedura di accertamento si mette a segno in tre mosse, in meno di due minuti:
- Prelevare dal kit il bastoncino rivestito di cotone che sarà introdotto nelle fosse nasali girando per cinque volte il cotton fioc sulla mucosa superficiale, in modo da raccogliere le secrezioni.
- Il tampone dovrà poi essere introdotto in una capsula di plastica nella quale è contenuto un liquido detto reagente.
- Dopo una breve attesa, la soluzione incapsulata nella provetta sarà fatta gocciolare sopra un contenitore, detto saponetta, corredato da una scala graduata. Dalla lettura, si potrà vedere se la reazione è stata positiva o negativa.
Alla conferenza stampa di Marghera, che ha coinvolto anche il dottor Roberto Rigoli, era presente appunto anche Marco Toson, Presidente di OpenGate China oltre che console dell’Ucraina. «Parto col dire che OpenGate China è una associazione nata a Padova nel 2018, con sede a Vigonza, che promuove le relazioni imprenditoriali con la Cina. In questa operazione ha fatto da tramite, dopo che già dallo scorso marzo abbiamo iniziato a introdurre per primi in Italia i tamponi rapidi antigenici, il cui utilizzo è ora largamente diffusi nel Paese a dispetto dello scetticismo dei primi tempi. Quando la scorsa estate il dottor Rigoli, il primario a capo della rete regionale delle microbiologie ha lanciato l’idea del tampone fai-da-te, abbiamo verificato che in Cina, al riguardo, erano stati fatti degli esperimenti».
Chi li aveva fatti, arrivando a produrre il kit?
«La Hotgen Biotech di Pechino, una fabbrica cinese governativa. Ci sono state varie prove, tra i primi tentativi anche un cartoncino da aprire che aveva dentro il tampone. Dopo due mesi di lavorazione continua si è arrivati al kit finale. Kit, però, che in Italia viene modificato per alcuni componenti: in particolare bisognava mettere a punto la saponetta con il reagente, operazione di cui si è occupata un’azienda padovana».
Che tempi serviranno per averlo a disposizione?
«La premessa è che sul mercato sono già disponibili, li hanno messi in vendita alcune farmacie del Vicentino. Al tampone autodiagnostico manca però la validazione scientifica del Ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità, ma credo che ci si potrà arrivare entro tre settimane, un mese. In sostanza, è ipotizzabile che siano a disposizione prima di Natale. Come ha ricordato il professor Rigoli, l’autodiagnosi è una rivoluzione, è la nuova frontiera della prevenzione. Ora la sperimentazione coinvolgerà cinque laboratori di microbiologia - Mestre, Padova Vicenza, Santorso, Treviso - secondo un programma di 1.400 test "in doppio" con il molecolare».
Nel dettaglio, saranno arruolati due gruppi di volontari, uno al pronto soccorso, che ha positivi più elevati, l'altro tra il personale delle Ulss. Interpellato circa la loro attendibilità, lo stesso Rigoli ha snocciolato le cifre dei 3.486 esami eseguiti: «L’attendibilità dei negativi risulta pari al 99,52%, quella dei positivi si attesta al 99,28%. «E abbiamo già ricevuto ordini per svariati milioni di pezzi», chiude Toson.
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova