Valerio: «È previsto un incremento del prodotto di due miliardi ma ci saranno ancora tante chiusure»
Poco meno di 4 miliardi di euro bruciati nel 2020 e una previsione di crescita per il 2021 capace solamente di dimezzare le perdite da Covid-19. Sono queste le stime che Fabbrica Padova, il centro Studi di Confapi, ha elaborato in merito agli effetti della pandemia sull'economia della nostra provincia sulla base degli indicatori previsionali proposti da Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno). Effetti che, per il 2020, a livello regionale dovrebbero penalizzare molto il Veneto e Padova rispetto ad altre regioni ma che dovrebbero nel contempo vedere una più rapida reazione dei nostri territori già a partire dell'anno prossimo. Ad affrontare il tema è il quotidiano il mattino di Padova, in un interessante articolo di Riccardo Sandre, che ha preso spunto dai dati forniti dal centro studi dell’Associazione.
Proprio il Veneto sarebbe la regione più colpita in Italia dalla crisi Covid con una flessione del Pil regionale addirittura del 12,2% - si legge nel servizio di lunedì 7 settembre - contro, ad esempio, il 9,9% della Lombardia, l'11,2% dell'Emilia Romagna, l'8,1% del Lazio e il 5,1% della Sicilia, ultima in classifica per il 2020. Per contro il 2021 potrebbe vedere, secondo il centro studi dell'Associazione, proprio il Veneto primo in Italia per crescita con un +7,8% capace di fatto di arginare, ma non di ripianare, le perdite di una pandemia i cui risvolti economici sono pesantissimi. Per Padova, secondo le analisi di Fabbrica Padova, questo si tradurrebbe nella perdita di circa 4 miliardi di euro che porterebbero il Prodotto Interno Lordo provinciale dai 32, 41 miliardi di euro del 2019 ai 28, 46 della fine di quest'anno.
«Quando guardiamo a questi dati di previsione» spiega Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova «dobbiamo prendere in considerazione un quadro più ampio che tiene conto delle differenze tra le singole economie territoriali. Un'area come quella del Veneto e di Padova ha caratteristiche profondamente diverse da quelle che potrebbe avere ad esempio la Sicilia: i nostri sono territori fortemente interconnessi con il resto del mondo grazie all'export della nostra industria manifatturiera altre aree che invece hanno una più alta vocazione turistica e agricola soffrirà di meno gli effetti del blocco degli scambi internazionali ma nel contempo potranno giovarsi meno di una ripresa degli scambi come quella prevista dai ricercatori».
Una vocazione industriale che per Padova, secondo Confapi, potrebbe valere già nel 2021 un incremento del Pil provinciale di circa 2 miliardi di euro rispetto al 2020 portando l'indicatore a quota 30, 68 miliardi di euro. Un +7, 8% che non riequilibrerebbe tuttavia i conti rispetto ad un 2019 in cui il Prodotto interno lordo provinciale era su quota 32, 41 miliardi di euro.
«La ripresa non sarà probabilmente velocissima e dovremo assistere alla chiusura di ancora tante imprese» aggiunge Valerio. «Aziende che in molti casi soffrivano già prima di marzo 2020 e che il Covid ha piegato definitivamente. Ancora una volta assisteremo ad un repulisti doloroso per il nostro sistema economico. Una situazione che se gestita con attenzione potrebbe essere foriera di nuove opportunità. Al di là dei numeri quello che emerge, anche dal confronto con gli attori economici di questi territori, è la voglia di reagire con forza alla crisi e di tornare a crescere. Crediamo sia questa la reazione tipica di un territorio dai fondamenti sani che deve essere supportato da politiche economiche espansive mirate e consapevoli. Basta dunque con i bonus e i finanziamenti a pioggia. Si lavori invece con i bandi che prevedano il cofinanziamento sugli investimenti in innovazione di processo e di prodotto: solo così daremo l'opportunità al meglio del nostro sistema di fare da motore per lo sviluppo futuro di Padova, del Veneto e dell'Italia intera».
Ufficio Stampa Confapi Padova