Nella seduta dell’8 novembre scorso, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, in esame preliminare, il decreto legislativo che introduce il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza dando così attuazione alla legge delega n. 155/2017.
La finalità del nuovo codice è quello di razionalizzare la normativa delle procedure concorsuali attraverso una riforma organica che consenta di procedere ad una “diagnosi” preventiva dello stato d’insolvenza delle imprese per poter salvaguardare le aziende che vanno in difficoltà non per incapacità imprenditoriale ma per il verificarsi di particolari contingenze sfavorevoli.
Con il nuovo Codice si potrà, per esempio, dare priorità di trattazione alle proposte di soluzione della crisi che assicurino la continuità aziendale. Con la semplificazione e l’uniformazione dei diversi riti speciali in cui si articolano le procedure concorsuali, si potranno portare a riduzione la durata e i costi di procedura nonché l’armonizzazione delle procedure di crisi e d’insolvenza con gli interventi tesi alla tutela occupazionale dei lavoratori.
Sul piano formale va segnalata la sostituzione del termine “fallimento” con quello di “liquidazione giudiziale” - in conformità a quanto già si prevede nelle omologhe normative francesi e spagnole - al fine di eliminare definitivamente quell’idea di discredito sociale – che si riverbera spesso anche sul piano personale - collegata storicamente alla parola “fallito”.
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