CONFAPI PADOVA: «NON È COSÌ CHE SI FAVORISCE IL RICAMBIO GENERAZIONALE»
Sono state 895 le domande di pensionamento presentate sin qui all’Inps dai cittadini padovani e 5.242 quelle avanzate in Veneto, un numero che potrebbe salire tra le cinque e le sei volte secondo l’elaborazione di Fabbrica Padova, centro studi di Confapi. Il presidente Carlo Valerio: «L’assunzione di nuovi giovani non passa da misure come queste ma dall’abbattimento del costo del lavoro e da un quadro normativo stabile. L’unica certezza è che quota 100 causerà un aumento del debito pubblico».
Quota 100: secondo l’ultimo aggiornamento diffuso dall’Inps, che fotografa la situazione al 28 febbraio, sono 76.799 le domande pervenute per accedere al nuovo meccanismo che consente di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. In testa ci sono le regioni del Sud e le isole, seguite dal Nord e dal Centro. In Veneto sono state presentate 5.242 domande, 895 a Padova. Non è semplice calcolare il totale della platea potenzialmente interessata dalla misura, soprattutto per quanto riguarda la componente dei lavoratori nel settore privato, ma, a partire da questi numeri, Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha stimato la forbice tra cui potrebbe oscillare il totale delle domande nel prossimo triennio, che si assesta tra le 4 mila e le 5.400 in provincia e tra 24 mila e 28 mila in Regione. Numeri a parte, in viale dell’Industria le perplessità sul provvedimento sono notevoli. E per diverse ragioni.
«Da quanto apprendiamo dalle nostre aziende, laddove si libereranno posti di lavoro non sempre si determinerà un’automatica sostituzione, soprattutto nei casi di personale qualificato. Le nostre imprese investono molto nella formazione ed è tutt’altro che scontato che riescano agevolmente a sostituire chi esce», afferma il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio. «Ma questa considerazione ci porta ad allargare la prospettiva: il nostro sistema previdenziale a ripartizione, per il quale i lavoratori attivi pagano con i loro contributi i pensionati, è garantito solo se al centro delle azioni politiche di oggi ci sono lo sviluppo industriale, la competitività e il lavoro. E il lavoro si rilancia abbattendone il costo e creando un quadro normativo fiscale stabile, non certo adottando politiche al limite dell’assistenzialismo, introdotte solo per accontentare il proprio elettorato. Non solo: i prepensionamenti sono finanziati in deficit e richiedono anche dei costi. Quota 100 graverà quest’anno per quasi 4 miliardi di euro sulle casse dello Stato, per poi raddoppiare nel 2020 e rimanere tra gli 8 e i 7 miliardi di euro negli anni seguenti, rendendo la misura ancora più insostenibile». La spesa per le pensioni è infatti destinata a salire di quasi 63 miliardi di euro in Italia nel triennio 2019-2021. Un aumento che lascerà la Penisola in cima alla classifica delle nazioni con il maggior rapporto tra spesa previdenziale e prodotto interno lordo, in crescita fino al 15,4%, secondo solo a quello della Grecia a quota 16,9% e ben al di sopra della media Ocse (7,5%).
Ma quanti sono i potenziali beneficiari di quota 100 nel territorio? È stato calcolato che la platea degli interessati sarà di 350 mila persone in Italia. A partire da questo numero e dalle domande presentate sin qui in base ai dati forniti dall’Inps, Fabbrica Padova ha elaborato una stima che considera a un capo l’incidenza delle province venete sul totale delle istanze presentate sin qui e dall’altro l’incidenza della popolazione locale su quella complessiva dello Stivale, secondo i dati riportati nella tabella che segue.
Ecco come i media hanno ripreso lo studio di Fabbrica Padova:
895 PADOVANI SCELGONO LA QUOTA 100 - IREPORTER, TV7 TRIVENETA, 4 MARZO 2019
"QUOTA 100 NON AIUTA IL RICAMBIO IN AZIENDA" - IL GAZZETTINO DI PADOVA 2 MARZO 2019
QUOTA 100 RIGUARDERA' ALMENO 4 MILA PADOVANI - TGPADOVA, TELENUOVO, 1 MARZO 2019
SOLO UNO SU 4 SCEGLIE QUOTA 100 - LA VOCE DI ROVIGO, 1 MARZO 2019
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova