Padova si spacca in due. E va al ballottaggio che, domenica 8 giugno, contrapporrà Ivo Rossi (sindaco reggente uscente e candidato del centrosinistra) che ha raccolto il 33,8% delle rpeferenze al primo turno delle elezioni amministrative, e Massimo Bitonci (capogruppo in Senato del Carroccio ed ex sindaco di Cittadella) arrivato al 31,4%. Nell’avvicinarsi all’appuntamento, Confapi Padova ha evidenziato i punti su cui si gioca il futuro della città e del suo territorio, contrapponendo le visioni dei due candidati. Ecco le loro risposte.
RILANCIO DELL’ECONOMIA. Il sindaco reggente Ivo Rossi, in continuità con l’azione svolta dall’amministrazione comunale in questi anni, punta alla creazione di «uno sportello per favorire gli investimenti di imprenditori locali e stranieri», dando particolare rilievo «all’economia del turismo e dei grandi eventi in città, che portano un indotto sul territorio di circa 80 milioni di euro». Rossi punta poi alla «mappatura di spazi sfitti di proprietà pubblica (Comune, Provincia, Regione, INPS, Zip) già iniziata durante l’ultimo mandato amministrativo, per poi avviare l’assegnazione a bando degli spazi disponibili». Tra i passaggi fondamentali del suo programma, il «potenziamento dell’accesso ai Fondi Europei. Avvieremo un progetto strategico perché il comune di Padova diventi in 5 anni il primo comune in Veneto per accesso ai fondi europei».
Per Massimo Bitonci si deve partire dalla «lotta all’abusivismo commerciale e produttivo e da un taglio dell’aliquota Irpef, oggi a livelli da primato italiano. Non solo: bisogna riportare i turisti in città, attraverso una gestione manageriale di mostre, eventi e manifestazioni, in collaborazione con Camera di Commercio e associazioni di categoria. La costituzione del Centro commerciale naturale nel centro cittadino guarda in questa direzione. Verrà creato un Assessorato all'Università, l'impresa e il lavoro».
LE IMPOSTE LOCALI. Tutti i candidati si sono impegnati nel corso della campagna elettorale a scongiurare l’ulteriore aggravio di imposte locali sulle attività produttive per effetto della Iuc, l’Imposta unica comunale. Rossi sottolinea come già nel 2013 la sua amministrazione «abbia destinato 500 mila euro per lo sgravio della Tares e come la pressione fiscale si diminuita di 50 euro per ogni padovano. Oltre un milione di euro è stato destinato ai progetti dei buoni lavoro, indirizzati alla promozione sociale attraverso attività di pubblica utilità che riguardano oltre 400 disoccupati».
Bitonci spiega che per operare il taglio sarà prioritario agire «sulla spending review del Comune», a partire «dalle spese del Gabinetto del sindaco», in modo da poter «anche abbassare l’aliquota Irpef. Va inoltre attuato un blocco delle assunzioni del personale comunale, che pesa sul bilancio per 80 milioni di euro».
AGGREGAZIONE INTERPORTO-ZIP. Pur con gli opportuni distinguo è opinione generale, trasversale agli schieramenti, che si debba procedere all’aggregazione fra Interporto Padova Spa e Consorzio Zona industriale, valorizzando «una realtà che può essere collante tra il mondo produttivo e il mondo della formazione, della ricerca e dell’innovazione, a partire dall’Università», per usare le parole di Rossi.
Per Bitonci «l’attenzione ai lavoratori e ai livelli occupazionali deve comunque essere garantita».
CENTRO CONGRESSI, AUDITORIUM, OSPEDALE. Sono tre snodi cruciali, su cui si discute da tempo: il centro congressi, l’auditorium e il nuovo polo ospedaliero padovano, la cui realizzazione costerebbe circa 650 milioni di euro. Rossi evidenzia «le potenziali ricadute del nuovo polo congressuale in Fiera, in grado di richiamare migliaia di professionisti, esperti, consulenti e turisti di tipo business». Per l’auditorium la sede individuata, in accordo con la Fondazione Cariparo, «è Palazzo Foscarini», mentre per il nuovo ospedale, l’area è quella di Padova Ovest.
Bitonci è favorevole a «centro congressi e sala auditorium da 2.000 posti in Fiera». Mentre sulla questione ospedale la posizione adottata dal suo schieramento si può riassumere così: «Sì all'ampliamento, alla ristrutturazione e alla riorganizzazione dell'attuale sede. Sì all'abbattimento delle vecchie palazzine. Sì allo spostamento della viabilità e a nuovi parcheggi. Sì al recupero dell'area storica e golenale. No alla speculazione e al nuovo ospedale in zona stadio, senza servizi, in project financing. Le ragioni sono anzitutto di natura finanziaria: la Regione ha disponibilità limitate: 150 milioni di euro non bastano per un nuovo polo e pensare di affidarsi ad un nuovo project financing è sbagliato».
Leggi l’intervista integrale a Massimo Bitonci
Leggi l’intervista integrale a Ivo Rossi
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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