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SISTRI, CRONISTORIA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

Il progetto del SISTRI - Sistema integrato di gestione dei rifiuti - aveva come obiettivo il trasferimento in formato digitale degli adempimenti documentali precedentemente svolti in forma cartacea e basati sul Modello unico di dichiarazione ambientale (MUD), sul Registro di carico e scarico dei rifiuti e sul Formulario di identificazione dei rifiuti (FIR). Il sistema si basava sull’utilizzo di due apparecchiature elettroniche: una cosiddetta “black box” (cioè un trasponder), da montare sui mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti per tracciarne i movimenti, e una token USB da 4 Gb equipaggiata con un software per autenticazione forte e firma elettronica da far viaggiare assieme ai rifiuti, su cui erano salvati tutti i dati a essi relativi.

Il SISTRI viene avviato nel 2007 dall’allora ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, sotto il Governo Prodi, e viene portato avanti dal successivo Governo Berlusconi. Il 5 settembre del 2008 il presidente del Consiglio Berlusconi firma il decreto che pone il segreto di Stato sul progetto, giustificato sostenendo che si stava impiegando una “avanzatissima tecnologia militare”, la quale deve essere il più possibile inaccessibile agli operatori illegali dello smaltimento dei rifiuti.

Il 14 dicembre 2009 il Ministero dell’Ambiente firma con la società Selex Service Management (gruppo Finmeccanica) l’accordo per la progettazione e la gestione del SISTRI. Tale contratto prevedeva il versamento a Selex Service Management di una quota fissa di 28 milioni di euro l’anno dal Ministero e di una variabile 65 e i 70 milioni costituita da una parte dei versamenti delle imprese per l’iscrizione al sistema. (In merito al costo del progetto per lo Stato, è stato criticato il prezzo pagato a Selex Service Management per le black box. Si tratta di trasponder già commercializzati da Viacom, che li affitta al pubblico a 35 euro l’anno, mentre il contratto prevede che il Ministero dell'Ambiente li paghi 500 euro).

Il decreto ministeriale 17 dicembre 2009 sancì quindi la nascita del SISTRI stabilendo i soggetti obbligati ad aderirvi, le linee guida, il regime transitorio per il passaggio al nuovo sistema, le apparecchiature elettroniche di cui le aziende dovevano dotarsi e i costi a carico delle stesse.

A maggio 2011, il cosiddetto “click day”, cioè il collaudo generale del sistema voluto dalle principali Associazioni imprenditoriali in vista dell’imminente partenza del sistema del 1º giugno (in seguito ulteriormente prorogata), portò risultati al di sotto delle attese: un terzo delle imprese coinvolte registrò problemi nella gestione del sistema, a causa di malfunzionamenti delle apparecchiature elettroniche e di carenze del sistema informativo centrale, che non fu in grado di garantire l’accesso a tutti gli operatori.

L’entrata in vigore del SISTRI, inizialmente prevista per luglio 2010, è stata poi rinviata:

    al 1º ottobre 2010

    al 1º gennaio 2011

    al 31 maggio 2011

    al 1º giugno 2011

    al 1º settembre 2011

    al 2 aprile 2012 (decreto “Milleproroghe” del 23 dicembre 2011)

    al 30 giugno 2013

    al 1º ottobre 2013

Il 1º ottobre 2013 il SISTRI entrò in vigore per gli Enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale o che effettuano operazioni di trattamento, recupero, smaltimento, commercio e detenzione di rifiuti pericolosi, inclusi i nuovi produttori (art. 11, co. 2). A partire dal 3 marzo 2014 il SISTRI si applicò anche a i produttori iniziali di rifiuti pericolosi e ai Comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della regione Campania (art. 11, co. 3)

Nel 2014 il Ministero dell’Ambiente, con il decreto legge 12 settembre 2014 n.133 (decreto “Sblocca Italia”) decise di avvalersi di Consip per bandire la gara relativa al nuovo sistema, da affidare in concessione. Con il “Milleproroghe” 2014 viene anche stabilita la sospensione delle sanzioni alle imprese ancora inadempienti in vista della realizzazione del nuovo sistema che avrebbe dovuto essere più a misura degli operatori e affidato con una procedura trasparente. Il 26 giugno 2015 Consip mette a gara una concessione quinquennale con una base d’asta di 260 milioni di euro. Ad agosto 2016 Consip aggiudica la gara per la gestione in concessione del nuovo sistema al raggruppamento di imprese formato da AlmavivA, TIM e Agriconsulting, con un contratto della durata di 5 anni prorogabili di altri 2.

Con l’articolo 6 del Decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135 se ne è decretata la soppressione, non essendo, tra l’altro, mai entrato definitivamente in funzione.

A CURA DI FABBRICA PADOVA,

CENTRO STUDI DI CONFAPI PADOVA

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

 

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