“Le indicazioni che emergono dal decreto Sostegni Bis, trovano il favore del sistema della piccola e media industria privata rappresentato da Confapi. In particolare, il rinvio al 2022 dell’entrata in vigore della plastic tax - di cui la Confederazione aveva chiesto in tutti i tavoli di confronto la completa abolizione - rappresenta un segnale positivo, che consente di non penalizzare, in un contesto aggravato dalla pandemia, le aziende del comparto, impegnate così come tutti i sistemi produttivi in una difficile ripartenza. I processi di rinnovamento orientati alla transizione ecologica e digitale, sono orizzonti a cui ambire, ma vanno programmati sostenuti e percorsi attraverso step graduali”. Così Confapi, Confederazione della piccola e media industria privata in una nota.
“Positive – secondo Confapi – anche le agevolazioni per chi investe in start up innovative. Facevano parte delle proposte che la Confederazione aveva presentato al Presidente Draghi, in considerazione del fatto che le start up innovative rappresentano centri di accelerazione in termini di ricerca sviluppo e innovazione che spesso le Pmi non possono permettersi al loro interno. Occorre fare di più equiparando gli investimenti in start-up da parte delle aziende agli investimenti in R&S con le connesse agevolazioni, ad esempio con nuovi crediti di imposta. Non basta la detassazione degli investimenti nel capitale nelle start-up. Avremmo auspicato dunque a tale proposito uno sforzo maggiore, come da noi richiesto nelle varie audizioni parlamentari e interlocuzioni con il governo”.
“Tornando al decreto, si valuta con favore il potenziamento dell’Ace, ovvero la deduzione fiscale alle imprese che eseguono aumenti di capitale, misura già da tempo auspicata da Confapi. Resta per noi valida la proposta di completa detassazione dell’utile lordo che sia vincolato a specifici investimenti aziendali. In tema di liquidità, invece, è inoltre apprezzabile la possibile proroga dei termini per la richiesta di prestiti con la garanzia dello Stato tramite Sace, che slitterebbe a fine d’anno. Così come l’allungamento dei tempi di restituzione che passano da sei a otto anni, anche se la Confederazione aveva chiesto di diluire questo impegno finanziario in un periodo di diciotto anni”, conclude la nota.
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