Secondo Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, saranno 500 i milioni di euro di imposte che i padovani dovranno pagare entro fine mese: ad agosto 20 scadenze fiscali e contributive. Davide D’Onofrio, direttore dell’Associazione che rappresenta le Pmi del territorio: «Solo con una riduzione del carico fiscale i consumi potranno ripartire».
Rientro dalle vacanze traumatico per i contribuenti italiani. Ed è così anche per le imprese e i lavoratori autonomi padovani, che entro la fine di questo mese dovranno versare all’Erario, al netto dei contributi previdenziali, oltre 500 milioni di euro di imposte. E’ la stima di Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, che ha considerato le principali scadenze fiscali e contributive da pagare nel dopo Ferragosto.
Nel complesso, contando anche il versamento dei contributi previdenziali, sono 20 i balzelli da calcolare, così distribuiti: 17 entro mercoledì 20 di agosto, tra i quali la liquidazione mensile e trimestrale dell’Iva e il versamento dell’Irap per i soggetti che beneficiano della proroga; una entro il 25 agosto, vale a dire la presentazione degli elenchi Intrastat mensili, e altre due entro il 31 agosto. Considerato che quest’ultima data cade di domenica, il termine slitta di un giorno, all’1 settembre.
Le imposte da pagare entro fine mese, al netto dei contributi previdenziali, ammontano in Italia a 29 miliardi di euro, e 13 miliardi riguardano il solo gettito dell’Iva, la voce che incide di più e che in Veneto pesa per circa 1,2 miliardi e per la provincia di Padova per circa 250 milioni di euro nel periodo considerato. Il peso di Irap e Ires a livello nazionale è di 3 miliardi, circa 280 milioni di euro in Veneto e 58 milioni a Padova.
Non è certo la situazione ideale per il tanto auspicato rilancio dell’economia. «Molte delle scadenze di agosto riguardano appuntamenti mensili previsti. Sta di fatto che quest’anno in molti sono stati costretti a ridurre le vacanze o, anche, a rinunciarci, senza contare il fatto che a settembre non è detto che tutte le attività riaprano: i timori legati al futuro rischiano di incidere pesantemente sul comportamento degli italiani, che riflettono più volte prima di spendere» sottolinea Davide D’Onofrio, direttore di Confapi Padova, l’Associazione delle Pmi del territorio. «Solo con la diminuzione del carico fiscale su una parte considerevole delle famiglie e delle imprese i consumi potranno ripartire, tornando dare a respiro anche alle attività commerciali e artigianali che vivono basandosi in gran parte sulla domanda interna».
E il guaio è che il carico fiscale potrebbe addirittura aumentare, se il Governo non riuscirà a tagliare la spesa pubblica nella misura prevista (circa 17 miliardi di euro), cosa che comporterebbe un ulteriore aggravio di circa 3 miliardi - come chiarito dal ministro Padoan - nel caso dovesse scattare la cosiddetta “clausola di salvaguardia”. «E’ chiaro che le difficoltà di oggi hanno origini lontane» conclude D’Onofrio, «ma se il Governo non riuscirà a breve a ridurre sprechi e inefficienze a rimetterci saranno ancora una volta le imprese e i cittadini tutti».
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Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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