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TURISMO, BOOM DI PRESENZE A PADOVA NEL 2023: «ORA SERVE UNA FONDAZIONE»

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Il 2023 è stato un anno record per le presenze turistiche nel territorio e sta crescendo anche il turismo congressuale, con Padova 7^ in Italia, prima tra le città non capoluogo di regione: all’indomani dell’assemblea del Consorzio DMO (Destination Management Organization), che vede Confapi tra i soci, abbiamo intervistato il suo presidente Roberto Crosta: «Dietro ai numeri ci sono Urbs Picta e il nuovo Museo della Natura e dell'Uomo, ma occorre lavorare per dare loro continuità. Urge un organo che coordini il settore superando i campanili». Ora la sfida è con Verona: «Difficile, ma…».

 

Presidente Crosta, che anno è stato quello appena chiuso?

«Sicuramente positivo. C’è stato un consolidamento delle attività connesse al Centro congressi, col DMO co-attore, assieme alla Fiera, nell’animarle. Dopodiché, il turismo fortunatamente non è soltanto quello congressuale e in questo senso è stata implementata l’attività in coordinamento fra la città e l’area termale».

 

A riguardo, va detto che i dati dell’Osservatorio regionale dicono che è stato anno record per il territorio padovano, con un +11,4% nei pernottamenti rispetto al periodo pre-pandemia. Come leggere questo boom?

«C’è finalmente la ripresa totale delle attività post Covid, è questo non è secondario. E sicuramente ha inciso molto il ruolo dell’arte, penso ovviamente ad Urbs Picta ma anche al Museo della Natura e dell’Uomo, aperto negli scorsi mesi: è il più grande museo universitario d’Europa e presenta dati di afflusso di assoluto rilievo. Le potenzialità sono importanti».

 

Le lanciamo una provocazione: si può puntare a raggiungere i numeri turistici di Verona?

«I numeri di Verona sono improponibili, perché conta circa 15 milioni di presenze annuali contri i 4 milioni di Padova. Abbiamo ridotto le distanze ma restiamo lontani, perché è una partita non giocabile, potendo il territorio scaligero contare anche sul Lago di Garda. Per quanto riguarda il turismo congressuale, invece, la partita c’è eccome, perché i fondamentali per fare bene ci sono. Padova sta velocemente crescendo: è 7^ nella classifica delle città che ospitano il maggior numero di congressi associativi internazionali, assieme a Venezia, prima tra le città non capoluogo di regione. Nel 2023 sono state generate 122 richieste da organizzatori di eventi, rispetto alle 64 dell’anno precedente, principalmente nazionali, ai quali il Padova Convention & Visitors Bureau ha prestato supporto».

 

Facciamo un passo indietro: il Consorzio DMO Padova, Padova Convention & Visitors Bureau ha come socio di maggioranza la Camera di Commercio, alla quale si uniscono, nella compagine societaria, le principali Associazioni di categoria del territorio (tra cui Confapi Padova), Padova Hall e i Consorzi di promozione turistica del territorio. Che sfide vi attendono nel 2024?

«Essenzialmente due. La prima è quella del consolidamento, per fare in modo che questo anno record non resti isolato ma si perpetui nel tempo, migliorando questi dati. La seconda, strettamente connessa alla prima, è il grande progetto della Fondazione per il turismo, che riteniamo imprescindibile e improrogabile. Quello che serve, oggi, è superare i campanili per arrivare a un soggetto unico che governi il settore assieme alle OGD (Organizzazioni di Gestione delle Destinazioni), responsabile per la gestione e il marketing della destinazione turistica, attraverso un sistema di servizi e risorse coinvolte nella governance dell’offerta turistica integrata sui territori».

 

Che ruolo avrebbe la Camera di Commercio nella Fondazione?

«La Fondazione ha come base di partenza la Camera di Commercio, ma non siamo preclusi ad altri apporti. Il punto - e gli imprenditori lo sanno bene - è che gli operatori economici non hanno i tempi della pubblica amministrazione nel prendere decisioni: hanno la necessità di agire con rapidità, sapendo di poter contare su interlocutori certi. Ecco perché oggi più che mai, per parlare in termini ciclistici, occorre serrare le file prima della volata che porterà alla nascita della Fondazione. La pensiamo come uno strumento al servizio del territorio che attui le politiche turistiche guardandole dall’alto. Cosa vuol dire? Vuol dire studiare sinergie. Colli Euganei e Padova sono destinazioni completamente diverse, ma le sinergie ci sono perché entrambe offrono arte, storia, cultura, natura e benessere. Vanno coltivate e valorizzate».

 

A riguardo, uno dei nodi da affrontare è quello dei collegamenti. È evidente che occorre potenziare il trasporto pubblico per renderli rapidi ed efficienti da e per le Terme Euganee, specie nell’ottica dei turisti, con più autobus e più corse a tariffe accessibili, coordinando la loro distribuzione con la presenza del treno.

«Una riflessione in tal senso va fatta, è sicuramente uno dei punti da toccare. Oggi però è prematuro parlarne qui. Prima va costruito lo strumento e poi si ragionerà sul tema».

 

Torniamo al capitolo Fiera e alle sue potenzialità. Che linee di sviluppo vede?

«Il disegno è chiaro. Vediamo tre asset di utilizzo: il primo legato alla parte dell’innovazione, con la presenza dell’Università e del Competence center. C’è poi la parte turistico-congressuale, mirata allo sviluppo del Centro congressi e delle attività a esso correlate. Infine c’è la parte fieristica pura. A riguardo, ed è così ormai da anni, Padova non può avere la potenza di fuoco di altre realtà, ma fiere di media dimensione si possono realizzare, e realizzare bene, come già ha dimostra quanto fatto nel 2023. Un lavoro che ora va ampliato».

 

Un’ultima battuta sul tema Olimpiadi, al centro di ferventi polemiche ormai da mesi per quanto riguarda i costi, lievitati fino a superare il miliardo e mezza solo per la viabilità, ma anche volano di opportunità per il territorio, con un impatto positivo sul fatturato del Paese che dovrebbe salire del 12/13%. E il turismo potrà giovarsene.

«Il movimento olimpico non passerà solo su Belluno e Verona, ma avrà ricadute per tutto il Veneto. Ed è fuori di dubbio che Padova sia in prima linea. Ci saranno presenze da ogni parte del mondo, giocoforza le ricadute ci saranno anche, meramente, in termini di pernottamenti. Le polemiche? Sono lo sport preferito in Italia. Ci fosse una gara olimpica delle polemiche andremmo sicuramente a medaglia».

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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