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UN POLO AGROALIMENTARE DA 400 ADDETTI A MONSELICE

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Un investimento da 100 milioni, il commento di Carlo Valerio: «Un progetto ben studiato per riqualificare l’area. Ma prima occorre verificare la solidità finanziaria del partner privato»

 Ex area artigianale di San Bortolo a Monselice, l’azienda Cervet di Mirano punta a creare nella zona compresa tra via Rovigana e via Campestrin un nuovo polo agroalimentare che darà lavoro a tempo indeterminato a 400 addetti. L’annuncio è confermato dallo stesso Francesco Fracasso, amministratore di Cervet Srl, società di general contracting che punta a sviluppare a Monselice il progetto denominato “Agrologic”.

«Il nostro piano», ha spiega Fracasso al Mattino di Padova, «prevede la realizzazione di un hub agroalimentare che si svilupperà su una superficie di oltre 132 mila metri quadri e sarà pensato per la produzione, la lavorazione, il confezionamento, il magazzinaggio e la distribuzione di prodotti agroalimentari del tipo più innovativo e a basso impatto ambientale». La variante al piano urbanistico citata da Fracasso è possibile solo grazie alla sinergia e alla convergenza di obiettivi privati e pubblica utilità con il Comune che ha approvato uno schema di accordo pubblico-privato. La Cervet ha già promesso di farsi carico di un investimento totalmente privato di 13,5 milioni nell'ottica di migliorare la viabilità della zona.

Sull’argomento, il Mattino di Padova ha chiesto un commento a Carlo Valerio, presidente di Confapi.

«Premessa d’obbligo: prima di avventurarsi in qualsiasi commento è necessario verificare la solidità finanziaria e patrimoniale della Cervet srl di Mirano, l’azienda che punta a sviluppare a Monselice il progetto “Agrologic”. Ogni considerazione è ovviamente subordinata alla esame dell’effettiva affidabilità dell’impresa, che non sta a noi poter giudicare» sottolinea Valerio. «Detto questo, e appurato che la sua struttura sia solida, l’impressione non può che essere positiva e non soltanto, ovviamente, per le opportunità che un polo del genere offrirebbe a livello occupazionale. Esistono almeno cinque ragioni per affermarlo, e le riassumo schematicamente».

«La prima: parliamo di un settore, quello agroalimentare, in questo momento trainante per la nostra economia, e meno soggetto di altri a crisi sul lungo periodo».

«La seconda: potrà portare un ulteriore sviluppo di nuove colture agricole, che è positivo far crescere direttamente sul territorio».

«La terza: a quanto si apprende, l’approccio del progetto sembra molto “studiato”. Avendo continuamente di fronte agli occhi la testimonianza delle miriadi di stradine che affollano con dubbia utilità le zone industriali del territorio veneto, non possiamo non accogliere favorevolmente la proposta di interventi ben integrati con la viabilità dell’area e in grado di offrire soluzioni a problemi esistenti. Non solo: si tratterebbe di costruire strutture e operare interventi “strategici” per lo sviluppo produttivo dell’area, di cui potrebbero beneficiare anche altre aziende».

«La quarta: le nostre zone industriali sono zeppe di capannoni “buttati lì”, costruiti cavalcando boom durati lo spazio di un mattino e ora dismessi. In questo caso pare di capire che un domani, se l’attività non decollasse come previsto, per la qualità dei servizi presenti il polo potrebbe essere convertito e destinato ad altri settori senza eccessive difficoltà».

«La quinta: da un polo di questo genere può scaturire un importante indotto di servizi anche per altre aziende, non fosse altro per le semplici operazioni di manutenzione che comporta la sua gestione. In questo senso potrebbe rivitalizzare anche altri settori economici, non soltanto quello agricolo».

L’INTERVENTO. Oltre agli oneri di urbanizzazione secondaria e ai vari contributi edilizi che si svilupperanno su un’altezza di 32 metri, Cervet si occuperà di alleggerire il traffico che transita lungo la zona industriale grazie alla realizzazione di 4 nuove rotatorie poste lungo il percorso che dal casello autostradale dell’A13 si collega con la statale Rovigana passando per la Monselice Mare. Le rotonde, previste in via Orti e in via Rovigana, faciliteranno l'accesso alla zona industriale durante i lavori di riqualificazione. Successivamente si prevede anche la realizzazione di un nuovo casello industriale sull’A13 in prossimità della Monselice Mare che comporterà uno sviluppo non solo del territorio di Monselice ma anche dei Comuni vicini come Pozzonovo, Tribano, Conselve e Solesino. In caso di parere negativo da parte delle Società Autostrade per l’Italia e del Ministero delle Infrastrutture si è già pensata l’alternativa: l’azienda in questo caso realizzerebbe al posto del secondo casello, con lo stesso investimento, una nuova bretella stradale, la cosiddetta complanare, che eviterebbe l’attraversamento del centro di Monselice collegando l’area sud del territorio della città direttamente all’autostrada. Si tratterebbe così di un miglioramento globale della viabilità dovuto all’impatto ridotto del transito dei mezzi pesanti che farebbero la spola tra il polo e l’autostrada senza toccare il centro.

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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