Il presidente di Confapi Padova interviene sulla questione autonomia a sei anni di distanza dal referendum in cui i cittadini veneti si erano espressi in modo plebiscitario.
«Sono trascorsi sei anni dal referendum per l’autonomia. Il Veneto ha fatto tutto ciò che doveva fare e sta continuando a farlo per arrivare a renderla concreta. Se alcuni passaggi sono da rivedere – ed è in tal senso che starebbe lavorando la Prima Commissione Affari Costituzionali, che si occupa della questione in Parlamento – ebbene, l’auspicio è che agisca celermente, perché di tempo ne è già passato tanto», rimarca il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio a sei anni esatti di distanza dal referendum che vide il 98% dei votanti esprimersi a favore dell’autonomia del Veneto.
«A suo tempo il nostro centro studi, Fabbrica Padova, prendendo in esame il dato che meglio testimonia l’urgenza della riforma, quello relativo al residuo fiscale – costituito dal saldo tra spese ed entrate del settore pubblico riferite a ciascuna regione – ha stimato come il mancato federalismo costi al territorio padovano circa 3,6 miliardi l’anno. Il segno negativo significa che le somme versate dai residenti e dalle attività della regione sono superiori a quanto verrà restituito dallo Stato in termini di benefici ricevuti: paghiamo di più di quanto ci viene restituito. Ovviamente questo non significa che, una volta attuata concretamente la riforma, tutto tornerà indietro alle casse di chi, attualmente, versa più di quanto riceve. Significa, però, che andranno trovati equilibri diversi e che l’impegno delle amministrazioni regionali sarà quello di “fare meglio” con le risorse a disposizione, utilizzandole in modo più efficace. Siamo un’unica nazione e questo comporta, necessariamente, che una parte di quelle risorse venga ripartita mutualisticamente, ma il punto è proprio questo: se, oggi, esistono due velocità tra le regioni italiane, e se negli anni le disparità sono aumentate invece di diminuire, significa che occorre intervenire su questa situazione. Ma è necessario che tale redistribuzione sia conosciuta, controllata e quantificata attentamente, affinché sia possibile esprimere valutazioni sulla sua congruità ed equità. E qui», conclude il presidente Valerio, «tocchiamo un altro nodo: questa riforma implica un aumento di responsabilità e del senso dello Stato degli amministratori locali. Ma, anche da questo punto di vista, c’è un aspetto su cui vale la pena di soffermarsi: il fatto che l’autonomia accorci le distanze tra il cittadino - l’imprenditore ed i lavoratori tutti - e chi detiene il potere decisionale, eliminando gli anelli inutili della catena, rendendo assai più efficaci gli altri, non può che essere salutato positivamente».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova