Nonostante:
• sul sito del SISTRI siano stati appena aggiornati buona parte dei manuali per gli utenti (rapide e casi d'uso)
• nessuna proroga al 2020 sia stata inserita nel decreto “milleproroghe” da poco convertito in legge (legge n. 108/2018 di conversione, con modificazioni, del D.L. n. 91/2018)
• la presentazione di un apposito emendamento
sembrerebbe che sia venuto il tempo per il sistema di cambiare radicalmente volto: o almeno è quanto emerso dalle dichiarazioni rilasciate a Ricicla Tv e al portale di Tiscali dal ministro dell’ambiente, Sergio Costa, intenzionato a «passare a un SISTRI 2.0», con una tracciabilità tutta digitale tramite GPS, mandando finalmente in pensione il doppio binario cartaceo/digitale e il registro di carico e scarico.
Quello di Costa sembra un vero e proprio addio definitivo al “vecchio” SISTRI. Il Ministro dell'ambiente ha guardato in faccia la realtà e ha dichiarato in modo inequivocabile, in un’intervista al portale di Tiscali, che “Il SISTRI non ha funzionato. Entro la prossima primavera entrerà in funzione un nuovo sistema di tracciabilità dei 140 milioni di tonnellate di rifiuti speciali che si movimentano in Italia”.
Una dichiarazione d'intenti che non lascia dubbi: “Da ministro, credo che vada ripensato il sistema di controllo ambientale dei rifiuti. Non si tratta di migliorarlo, ma di mandarlo in pensione”. La strada da percorrere sembrerebbe essere quella del GPS: “Quasi tutti i mezzi sono dotati di GPS e rilevatori satellitari. Vanno messi in rete”.
D'altronde, ricordiamo che una soluzione simile era quella già prospettata anni fa con riferimento al sistema di controllo doganale già in essere. Solo che si è dovuto aspettare sino ad adesso per avere una indicazione forte in questo senso. A Ricicla Tv Costa ha preannunciato la costituzione di una commissione di esperti per la semplificazione ambientale, che si occuperà anche del SISTRI e che vedrà tra i suoi membri anche gli imprenditori della filiera dei rifiuti.
Il problema, però, è che nella legge n. 108/2018 – pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 21 settembre 2018, di conversione in legge del “decreto milleproroghe 2018” (decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91) – non è stata inserita alcuna proroga del SISTRI al 2020.
Eppure un emendamento che mirava a spostare “Fino al 31 dicembre 2019” il termine previsto dall’articolo 11, comma 3-bis, del D.L. 101/2013 era stato presentato: si chiedeva una ulteriore proroga di un anno del termine di operatività del regime del “doppio binario” relativo alla tenuta cartacea ed elettronica dei registri di carico e scarico, dei formulari di accompagnamento dei rifiuti trasportati e del modello unico di dichiarazione, nonché delle relative sanzioni.
Nella relazione che accompagnava l'emendamento si legge che “a distanza di otto anni dall’adozione del decreto ministeriale che ha istituito il SISTRI (DM 17 dicembre 2009) le imprese continuano a scontare le inefficienze e le criticità che lo hanno da subito caratterizzato, come dimostrano le numerose proroghe e i circa 30 provvedimenti di modifica e integrazione intervenuti in materia (spesso tra loro contraddittori). In questo contesto, come noto, il SISTRI non ha mai raggiunto il proprio obiettivo, condiviso con il mondo imprenditoriale, di tracciare in maniera efficace ed efficiente i rifiuti, senza appesantire le imprese con procedure costose e ingestibili.ì”. Una inefficacia e inefficienza di questo strumento presentato in origine come innovativo e pilota in Europa che ha in realtà portato a un esborso di “ben 187 milioni di euro a fronte di un servizio mai divenuto operativo”.
Il pericolo di una mancata proroga era stato segnalato in anticipo, tra gli altri, da Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige: “Se non si interviene con una proroga il SISTRI diventerà operativo dal primo gennaio 2019. Dunque si aggraverà la situazione delle imprese nella gestione dei rifiuti speciali, aggiungendo problemi a problemi”.
Continuando Corrarati ha aggiunto che “La sospensione del SISTRI va inserita nel primo provvedimento utile, per concentrarsi nel contempo a trovare una soluzione definitiva a questo problema”.
Perché, con la piena operatività del SISTRI dal 2019 entrerebbero in vigore anche le maxisanzioni previste per l'omessa, errata o incompleta compilazione delle schede e del registro cronologico del SISTRI con somme che vanno da 2.600 a 15.000 euro. Per non parlare del caso in cui le violazioni si riferiscano a rifiuti pericolosi: i questo caso il tetto è di 93.000 euro. Insomma, le cose si fanno serie a fronte di un servizio ancora critico.
Nel frattempo, come detto, sul sito SISTRI sono stati pubblicati gli aggiornamenti di ben otto manuali e cioè:
• Guida rapida produttori (Ver. del 19 settembre 2018);
• Guida rapida trasportatori (Ver. del 19 settembre 2018);
• Guida rapida destinatari (Ver. del 19 settembre 2018);
• Guida rapida Regione Campania (Ver. del 19 settembre 2018);
• Caso d'uso: microraccolta (Ver. del 19 settembre 2018);
• Caso d'uso: gestione rifiuti respinti (Ver. del 19 settembre 2018);
• Caso d'uso: trasporto intermodale (Ver. del 19 settembre 2018);
• Caso d'uso: trasporto transfrontaliero (Ver. del 19 settembre 2018).
E così, nell'attesa di una proroga o del tramonto definitivo del SISTRI, gli operatori, per i casi indicati, dovranno fare riferimento a questi “nuovi” documenti.
Per informazioni: sistri.it/
Confapi Padova
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