Già presidente mondiale di Apple e fondatore dell’Istituto EuropIA, Marco Landi svela in anteprima le novità dell’edizione 2024 del WAIFC, in cui ad accogliere i visitatori sarà un umanoide: «Sessioni dedicate agli investitori, focus sull’IA generativa e sui Quantum computer». E lancia una provocazione: «L’Europa è in ritardo, l’Italia ancora di più. Oggi abbiamo bisogno di un Next generation IA Plan».
Al festival mondiale dell’intelligenza artificiale. Il prestigioso Palais des Festival di Cannes ospiterà la terza edizione del WAIFC (sigla che sta per World Artificial intelligence Cannes Festival), dall’8 al 10 febbraio 2024, diventando la capitale mondiale dell’IA, dove si incontreranno i decision-maker e si presenteranno le tecnologie e le innovazioni più promettenti e dove sarà presente anche Confapi Veneto, su iniziativa di Confapi Padova. Con l’occasione abbiamo intervistato il fondatore del WAICF Marco Landi. L’uomo che, da presidente mondiale di Apple, ha risollevato l’azienda in un momento di crisi e che oggi è il presidente onorario dell’Istituto EuropIA, organizzazione senza scopo di lucro il cui obiettivo è quello di sensibilizzare ed educare il grande pubblico e gli imprenditori sulle sfide dell’intelligenza artificiale con un approccio etico.
Dottor Landi, ci può svelare quali saranno le principali novità dell’edizione 2024 del WAICF?
«Le novità principali sono tre. La prima è che il Festival sarà dedicato agli investitori internazionali. Le aziende stesse ce lo hanno chiesto, e soprattutto ce lo hanno chiesto le start up: vogliono sì incontrare nuovi clienti, ma, ancora di più, vogliono confrontarsi con gli investitori. Ed ecco perché la loro presenza sarà forte, con due sessioni, l’8 e il 9 febbraio, incentrate sulle possibilità di investimento nell’IA».
La seconda novità?
«Approfondiremo il tema dell’IA generativa, di cui si parla da oltre un anno, secondo me anche facendo una certa confusione. Io stesso non nascondo che non riesco a capire come Elon Musk, e altri con lui, prima firmi un documento in cui si chiede di fermare la ricerca nel settore per sei mesi e poi, quasi allo stesso tempo, acquisti un numero considerevole di super computer da Nvidia, costosi processori necessari per il funzionamento di questa stessa tecnologia, andando in contraddizione con se stesso. Diventa necessario provare a capirne di più. Non a caso, come Istituto EuropIA a Cannes presenteremo un nostro libro, focalizzato sull’impatto dell’IA generativa sulle imprese, spiegando come utilizzarla meglio di quanto non si faccia ora».
Apriamo una parentesi: lei ha preso posizione di recente sottolineando come l’Europa sia ai margini del più grande sviluppo tecnologico in atto. Dopo ChatGpt le aziende di Stati Uniti, Cina e India si stanno lanciando sull’intelligenza artificiale generativa, e noi dove siamo?
«Il gap è enorme. Di recente mi è capitato di assistere a una conferenza politica in Francia, in cui per la prima volta ho ascoltato qualcuno dire: dobbiamo investire nell’IA e dobbiamo farlo a livello europeo. Ebbene, io lo sostengo dal 2019, da quando, cioè, ho fondato EuropIA. E badate bene che l’ho chiamata EuropIA e non FrancIA o ItalIA, perché ritengo che se vogliamo essere sul serio competitivi con i Gafam americani (acronimo che indica nel loro assieme le cinque maggiori multinazionali dell’IT occidentali: Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft, ndr) e i Bat cinesi (Baidu, Alibaba e Tencent, ndr) non esiste alternativa a una politica europea. Francia, Italia o la grande Germania da sole possono fare poco».
Arriviamo quindi alla terza novità del Festival 2024.
«Riguarda il maggior impegno sul versante Quantum computer. Una tecnologia che non è presente oggi nel mondo delle imprese e magari non lo sarà domani, ma doman l’altro arriverà. E, quando lo farà, potrà generare qualcosa di rivoluzionario, consentendo di gestire un quantitativo di dati gigantesco in tempi brevissimi, dando modo di sviluppare algoritmi in modo estremamente veloce. Capite bene come, dietro alla sigla IA, sia racchiuso un vasto universo. Per capirci, pensiamo ad esempio al grande tema dei semiconduttori: questi algoritmi devono essere immessi nel silicio, ma il nostro approvvigionamento di silicio è nelle mani di Taiwan. Possiamo noi europei rimanere imprigionati tra un’IA generata in America e un silicio generato a Taiwan e destinato a essere in controllo cinese?».
Sul tema dei Quantum computer l’Università di Padova è in prima linea: di recente abbiamo approfondito l'argomento intervistando il professor Vallone prima della sua lezione a S.pa.D.A., la Scuola Padovana di Direzione Aziendale che fa capo a Confapi.
«L’Università di Padova è la migliore in questo campo. Ma anche lì occorre tener presente che il mondo accademico, se lasciato da solo, non può essere così competitivo. Serve un piano europeo incentrato sull’intelligenza artificiale. Se mi permettete la provocazione, avremmo bisogno di un Next generation IA Plan sul modello del Next generation EU. Se non altro se ne comincia a parlare, almeno in Francia, in vista delle elezioni europee. C'è voluto qualche anno, ma finalmente questi temi, da noi sollevati, si stanno ritagliando uno spazio nel dibattito pubblico. Mi piacerebbe che anche qualche partito italiano prendesse esempio. Qui sembra che l’immigrazione sia l’unico nostro problema, e non si danno speranze ai giovani. Ma la speranza passa anche attraverso queste tecnologie».
Intanto, a Cannes, la presenza italiana sarà imponente.
«E noi siamo orgogliosi di ospitare Confapi nel villaggio Italia, il secondo più importante dopo quello francese per presenza di espositori, davanti a quello canadese e a quello belga. In ognuno di essi troveremo una vetrina di quelle che sono le migliori compagnie nel campo dell’intelligenza artificiale nei rispettivi paesi. L’Italia godrà di una vetrina importante anche grazie al supporto dell’Ice, ma sul lavoro di Confapi spendo volentieri una parola in più».
Prego.
«So che Confapi Padova ha organizzato corsi di formazione su questi temi, anche in collaborazione con l’Istituto EuropIA, e questo è davvero importante, perché ce n’è sempre più bisogno. Parliamo di un mondo nuovo che si apre. In tanti vogliono entrarci ma non sanno come fare. Aiutarli è un obiettivo che, secondo me, deve essere imprescindibile per un’associazione datoriale».
La prima sua visita in Confapi Padova risale al maggio 2022, quando gli uffici dell’Associazione erano appena stati trasferiti nella nuova sede di via Salboro. Allora l’IA aveva già iniziato a entrare nelle imprese, ma era ancora percepita con una generale diffidenza. L’impressione è che in un anno e mezzo molto sia cambiato nel sentiment nelle imprese. È così?
«Siamo approdati a uno stadio diverso. È vero, all’epoca c’era una diffusa diffidenza, dovuta anche semplicemente agli stessi termini usati per indicarla: già facciamo fatica a intenderci sull’intelligenza naturale, figurarsi cosa poteva rappresentare quella artificiale. C’era una paura preconcetta nei confronti, in particolare, dell’IA generativa. Ecco, questa preoccupazione non c’è più, ma l’ha sostituita un’altra: come posso entrare in questo mondo? Cosa devo fare per immettere la mia azienda in questo campo? Se la prima forma di paura era quasi ancestrale, questa seconda è totalmente diversa. Ed è qui che i corsi di formazione che organizzate voi e che noi stiamo portando in tutta Italia diventano fondamentali, per capire come utilizzare e valorizzare il tesoro nascosto che le aziende hanno a disposizione: i loro dati».
Chiudiamo con uno spunto più leggero: nella scorsa edizione gli ospiti del WAICF erano stati accolti da un robot umanoide di nome Sophia, creato a Hong-Kong da Hanson Robotics, nello stupore generale. E nel 2024, sono previsti altri “effetti speciali”?
«Ce ne saranno parecchi, di effetti speciali. E, al posto di Sophia, ci sarà un altro umanoide, diverso e molto interessante. Ma non svelo di più: venite a vederlo di persona!».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova