Intervista al sindaco di Cittadella, confermato con un Plebiscito alle ultime elezioni. «Le priorità: attenzione ai più deboli, infrastrutture, nuovo impulso al turismo»
Più che una riconferma, un plebiscito per Luca Pierobon. Alle ultime elezioni, a Cittadella, il candidato della Lega ha incassato il 79,19% dei voti. Un trionfo atteso, anche perché è dal 1994 che il Carroccio governa la città murata. Concludiamo con lui le interviste ai sindaci dei comuni con più di 15 mila abitanti andati alle urne con le ultime elezioni amministrative.
Sindaco Pierobon, partiamo proprio dal suo risultato: Cittadella si conferma una roccaforte leghista, andando in controtendenza con i risultati raccolti dal partito in Italia. Come legge questo risultato?
«Attenzione, in Veneto la Lega ha riconfermato tutti i sindaci uscenti, tolta Roberta Gallana a Este, che però aveva alle spalle una coalizione. Anzi, non solo ha tenuto, ma ha incrementato il loro numero, e cito fra i risultati più significativi l’affermazione colta in un comune come Noventa. Certo, a Cittadella la percentuale è stata bulgara, ma in generale, lo ribadisco, sono state guadagnate posizioni».
E come interpreta questa tendenza, allora? Verrebbe da dire che l’esempio del buon governo locale va in contrasto con quanto accade a livello nazionale.
«Ma elezioni politiche e amministrative sono due mondi diversi, non dimentichiamolo mai. L’elemento di contatto è la forte astensione, per cui, un po’ ovunque, in tanti sono rimasti a casa perché stanchi, ma quando i cittadini votano a livello locale, lo fanno valutando le persone e quello che succede nel loro territorio. La nostra fortuna è anche quella di avere una Regione governata bene, quindi, a cascata, qui la Lega tiene».
Andiamo nello specifico di Cittadella: quali sono le priorità del suo mandato?
«Il programma è ambizioso, ma in continuità col lavoro già svolto nei cinque anni precedenti e con le amministrazioni di chi mi ha preceduto. Tra le priorità ci sono l’impegno rivolto a due settori chiave come sanità e sociale, il che significa far crescere l’ospedale, che continua a essere punto di riferimento per l’Alta Padovana, e stare vicini a chi ha perso il lavoro e agli anziani, vale a dire le categorie più colpite dal Covid. C’è poi la questione delle infrastrutture, che parte dal singolo lampione nei quartieri e si allarga alla viabilità, e quella del turismo: Cittadella deve puntare ad aumentare le presenze, uscendo dall’ambito regionale per entrare in quello nazionale. Lo abbiamo iniziato a fare con la mostra “Michele Fanoli - Dalla Venezia di Canova alla Parigi della Maison Goupil”, ma dobbiamo continuare, puntando anche a integrare il turismo naturalistico, legato al Brenta, a quello di chi viene a visitare le mura».
Ha citato le infrastrutture: da anni si parla di una bretella di collegamento col Bassanese, opera bloccata da altri comuni. Ma anche di un collegamento con la Pedemontana. Si sbloccheranno?
«Sono opere strategiche che devono essere messe sul piatto della bilancia, perché sono fondamentali per cittadini e imprese. Solo con le infrastrutture si crea lavoro e si favoriscono i nuovi insediamenti. Il potenziamento del collegamento Padova-Bassano è fondamentale, me non è detto che debba essere creato attraverso una strada nuova, perché è possibile anche migliorare quella esistente, con allargamenti di carreggiate e rotonde: chiaro che non potrai farlo in centro a Rosà, ma migliorare la viabilità, in generale, si può. E a questo discorso si lega quello delle infrastrutture digitali, perché la fibra ancora non copre tutto il territorio e noi siamo ancora in attesa dell’appalto del Governo del 2016. Ma quando parlo di infrastrutture penso al completamento delle palestre nelle frazioni, alle piste ciclabili che ci colleghino all’Ostiglia (ed ecco il discorso sul turismo naturalistico che facevo prima), all’impianto di atletica a 6 corsie che vogliamo costruire».
Quanto hanno risentito della pandemia le imprese del territorio?
«I settori che ne hanno risentito sono quelli del commercio al dettaglio e le partite Iva, sia in centro che nelle frazioni. Le imprese invece sono rimaste in piedi, anche grazie all’aiuto delle banche, attraverso lo Stato: i dati del 2021 sono positivi nell’occupazione e nei fatturati, il problema secondo me si potrà casomai presentare più avanti, quando gli effetti dei finanziamenti saranno meno presenti. Ma il quadro è comune a tutta l’Alta Padovana».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova