I sette istituti tecnici superiori offrono corsi di alta specializzazione. Valerio: «Ci servono tecnici preparati»
Interessante inchiesta a puntate del Mattino di Padova incentrata sui sette istituti tecnici superiori post-diploma che, da Jesolo a Verona, offrono corsi ad alta specializzazione con la (quasi) garanzia del lavoro: 41 i corsi in regione. Sul tema, in una delle "puntate" è stato intervistato anche il presidente Carlo Valerio: «A mancare sono soprattutto tecnici preparati per i macchinari 4.0, su questo ci aspettiamo molto dagli Its». Riportiamo alcuni stralci degli articoli del giornalista Nicola Brillo.
Un percorso di formazione che si ispira alle Fachhochschulen tedesche, gli istituti di alta formazione per creare tecnici specializzati. Nascono a pochi passi dalle fabbriche e talvolta dentro le fabbriche venete, per soddisfare la disperata ricerca di giovani "con esperienza". Sono gli Its Academy, formazione post diploma di scuola superiore (e, perché no, anche per laureati), senza limite di età. L'88% degli studenti che li ha frequentati in Veneto ha trovato subito occupazione, grazie al coinvolgimento del mondo delle imprese.L'offerta formativa è molto ampia, ideata da imprenditori per le esigenze dell'industria veneta. Sono 41 i corsi attivati, divisi tra 7 grandi poli (Agroalimentare, Efficienza Energetica, Logistico, Logistico Portuale, Meccatronico, Moda, Turismo). A questi si aggiungono corsi su Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione ed approfondimenti trasversali sul 4.0. A testimoniare la qualità della formazione made in Veneto c'è la classifica di Indire, che ne posiziona 5 tra i primi venti in Italia (complessivamente gli Its sono 139).Non si tratta, sia chiaro, di operai specializzati: per quelli c'è la formazione professionale dopo la scuola media. Si tratta di "produrre" personale con una formazione a livello quasi universitario, specializzato esattamente nei campi e nelle "tendenze" che il sistema produttivo attuale - e quello veneto in particolare - cerca come l'aria. Nulla di strano quindi che vi si possano iscrivere anche liceali dal brillante voto di maturità o che chi li frequenta abbia in seguito desiderio e interesse a proseguire con gli studi universitari. Sempre che ne abbia il tempo, visto che il posto di lavoro (qualificato) al termine del biennio formativo è praticamente sicuro, spesso nelle stesse aziende in cui ci si è formati. Proprio per fornire a ragazzi e famiglie informazioni dettagliate e guide a questo tipo di istruzione, estremamente al passo con i tempi ma ancora poco conosciuta, il giornale inizia oggi una panoramica sul mondo degli Its che proseguirà per sette settimane, analizzando a fondo ogni lunedì uno degli istituti attivi nel Veneto (ma in molti casi con sedi in più province e anche fuori regione). La panoramica nazionale e i link ai singoli istituti e indirizzi è disponibile sul portale www.sistemaits.it.
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«Serve nuova linfa alle aziende venete che senza l’apporto di laureati rischiano di morire o di bloccarsi nello sviluppo – commenta Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova. - Da tempo le nostre aziende, soprattutto nel metalmeccanico, cercano degli specialisti ma fanno difficoltà a trovarli». Da tempo Valerio è impegnato con la sua associazione su questo tema. «Con il nostro centro studi Fabbrica Padova abbiamo analizzato i dati e risulta una carenza di figure tecniche universitarie e post diploma – prosegue il presidente di Confapi Padova -. Le nostre università non dialogano abbastanza con le imprese e offrono una formazione che spesso non è coerente con le richieste. Da qualche anno l’Università di Padova ha iniziato un percorso di apertura e dialogo con le imprese che è lodevole, ma i frutti si vedranno in futuro. A mancare sono soprattutto tecnici preparati per i macchinari 4.0, su questo ci aspettiamo molto dagli Its».
I tassi di occupazione dei laureati 20-34 anni sono ovviamente diversi in base ai campi di studio. In base ad una ricerca di Italia Lavoro riferita al 2015 si rileva come in Veneto i giovani che hanno conseguito una laurea nel settore “Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione (TIC)” risultino essere quasi nella totalità occupati, in quanto il tasso è dell’91,9%. Seguono i laureati nel campo dell’agricoltura con un tasso dell’80,9% e, in terza posizione, quelli con un titolo relativo al settore “Salute e benessere” con un tasso del 75,4%. I campi di studio che registrano tassi di occupazione più contenuti rientrano nel gruppo dei “Servizi” (46,4%) e “Scienze naturali, matematica e statistica” (47,1%). Il tasso di occupazione dei laureati delle singole province venete, suddiviso per tipologia di laurea, testimonia come il possesso di una laurea triennale risulti essere collegato con un tasso di occupazione (56,8%) in assoluto inferiore sia rispetto alla laurea vecchio ordinamento (75,3%) sia rispetto alla laurea magistrale/specialistica (77%). Il tasso dei laureati occupati che ha conseguito la laurea specialistica/Magistrale è del 100% nella provincia di Padova e dell’85,9% nella provincia di Vicenza.
Ufficio Stampa Confapi Padova