Il governatore sull’ipotesi della nuova tassa: «Quei 300 milioni servirebbero, ma a ame non piace»
Addizionale Irpef regionale, non è detto che venga introdotta. L’ipotesi è ancora in piedi, ma, come ha precisato il presidente Luca Zaia nel punto stampa a Palazzo Balbi di martedì 18 ottobre, è, appunto soltanto un’ipotesi.
«I 300 milioni di gettito annuo stimato consentirebbero di aiutare 5-600 mila veneti che non ce la fanno a sbarcare il lunario, nonché le case di riposo gravate dall’aumento dei costi, i disabili o non autosufficienti ai quali è riservato un assegno pari a un quarto del reddito di cittadinanza, le famiglie alle prese con le rette degli asili, i pendolari che scontano il costo dei trasporti. Ecco, io penso che sia corretto prendere in esame questi casi, girarsi dall'altra parte sarebbe da lazzaroni».
«Io sono contro l’aumento delle tasse, a partire dal 2010 il Veneto, unica regione in Italia, ha scelto di rinunciare a questo prelievo, lasciando nelle tasche dei cittadini qualcosa come 14 miliardi, risorse tanto più preziose in una fase di recessione, inflazione e rincari», ha aggiunto il presidente della Regione Veneto. E quindi? «Ho riconvocato il tavolo del partenariato e delle categorie economiche per un riesame finale della questione, se dovesse emergere un’unità di visione favorevole alla tassazione addizionale, allora potrei valutarla ma si sappia che in Regione abbiamo già definito il bilancio prescindendo da ulteriori entrate tributarie. Che posso aggiungere? Si tratterebbe, in ogni caso, di un prelievo non superiore ai 44 euro per i redditi superiori ai 15 mila euro, non certo di un salasso. Come scenario la prospettiamo tutti gli anni. Ma io sono uno che non ama mettere tasse».
Zaia ha confermato che il tavolo di partenariato è stato riconvocato per mercoledì 26 ottobre, ma ha puntualizzato: «Ma all’ordine del giorno c’è il Pnrr».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
