L’esperienza di Trevisan Srl a Massanzago
La Trevisan Srl di Massanzago è un’impresa del settore metallurgico e metalmeccanico che si occupa di trattamenti termici, con 32 dipendenti e 5 milioni di fatturato. Per la sua particolare tipologia di lavoro ha accusato più di altre il rincaro dei prezzi, come racconta il titolare Marco Trevisan.
Negli ultimi 6 mesi ha dovuto fare i conti con rincari nel costo dell'energia (luce e gas) nella sua azienda?
«Sì e sono conti spaventosi. La situazione è disastrosa».
Può quantificarli?
«Normalmente versavamo il 15% del fatturato nelle spese dell’energia, in particolare per il gas. Ecco, temiamo che questa spesa raddoppierà, per cui nel 2022 salirà al 25-30%. Considerate che ci sono aziende che sono totalmente in balia dei prezzi variabili, così come ce ne sono che hanno fissato i prezzi e altre come noi che sono a metà strada: per quanto ci riguarda noi abbiamo potuto parare in parte il colpo bloccando i costi del gas ma non quelli dell’energia elettrica. C’è chi continua a lavorare come prima, chi sta pensando di chiudere le aziende finché i costi non si abbasseranno e chi, come noi, è a metà del guado, ma rischia di mangiarsi tutti gli utili per le spese delle bollette. Tenete presente che noi non possiamo non consumare: se vogliamo lavorare dobbiamo tenere accese le macchine».
Che previsioni si sente di fare sull’andamento delle bollette aziendali nei prossimi 6 mesi?
«Le previsioni ufficiali sono drammatiche e non prevedono miglioramenti. Io confido che vengano rispettate le dinamiche storiche, per cui in genere succede che con la fine dell’inverno i prezzi si abbassano: a quel punto sarà possibile stipulare qualche contratto per ripararsi dai possibili aumenti futuri. Se invece la tendenza resterà questa, sarà un problema enorme per le aziende che hanno alti consumi di energia elettrica e gas come la nostra, ma, in generale, lo sarà per tutta l’economia. Confesso di avere paura e, da imprenditore, non mi era mai accaduto prima».
Parallelamente la sua azienda ha dovuto fare i conti con gli aumenti dei prezzi dovuti alle materie prime?
«Essendo terzisti non compriamo direttamente la materia prima, sentiamo però il problema di rimbalzo perché è calato un po’ il lavoro, proprio a causa degli aumenti delle materie prime».
Avete di conseguenza aumentato i prezzi dei vostri prodotti nella stessa percentuale dell'aumento dei costi affrontati?
«Se non avessimo bloccato il prezzo del gas saremmo costretti a raddoppiare i prezzi, unica alternativa alla chiusura. A oggi abbiamo scaricato sui clienti un 50% degli aumenti a novembre. È una quota esigua, ma se la situazione rimane questa dovremo rimettere mano ai listini già a marzo. Di sicuro, comunque, non aumenteremo di altrettanto, per cui, in buona sostanza, diminuiremo i nostri utili».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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