L’Europarlamento ha votato per l’addio ad auto e furgoni nuovi, a benzina e diesel, dal 2035. Sul tema, Confapi Padova ha voluto raccogliere anche le opinioni dei suoi imprenditori associati. Giancarlo Piva è titolare di Micromeccanica, azienda della zona industriale della città del Santo che produce particolari di torneria dando lavoro a 40 dipendenti, con un fatturato di una decina di milioni di euro l’anno.
«Anche noi, in parte, facciamo parte della filiera automotive, producendo valvole che si usano per i camion (autocarri, pullman a lunga percorrenza e rimorchi dovranno tagliare del 90% la CO2 emessa entro il 2040, ndr). Non nascondo che la preoccupazione per le aziende del settore c’è e che trovo che l’Europarlamento abbia preso una decisione, semplicemente, folle. In primis perché non si considerano le migliaia di lavoratori impegnati nelle aziende del settore, che nel nostro territorio sono attive in particolare nella subfornitura, lavorando per i più importanti marchi tedeschi».
«E poi perché mi sembra una forzatura considerare l’elettrico come la panacea di tutti i mali, in quanto la produzione e lo smaltimento delle batterie comporta alte emissioni inquinanti - e questo non lo dico io, ma lo attestano i dati. Dopodiché c’è un’altra considerazione che mi fa pensare che sia stata presa una decisione che non tiene conto della realtà: se io oggi volessi andare da Padova a Torino con un’auto elettrica, dove mi fermerei a ricaricarla? Ecco perché dico che prima occorre creare le condizioni per dare impulso al settore - a partire, banalmente, dalla presenza diffusa delle colonnine di ricarica - e poi si procede di conseguenza. In questo caso, invece, si è ragionato all’incontrario».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova