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INDUSTRIA, LA PRODUZIONE FRENA MA GLI IMPRENDITORI PADOVANI SONO OTTIMISTI

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Il 2023 si è chiuso con un rallentamento del -2% nella produzione industriale rispetto all’anno precedente, ma dal Mecspe di Bologna, dove Confapi era presente in forze, traspare la fiducia delle imprese. Il presidente di Unionmeccanica Confapi Padova Andrea Tiburli: «Crisi dell’economia tedesca e incertezze geopolitiche dietro al rallentamento, ma il quadro è a macchia di leopardo e il piano Industria 5.0 potrà dare nuovo impulso agli investimenti». Le voci degli imprenditori padovani.

 

Non solo è terminato l’“effetto rimbalzo” rispetto alla pandemia, ma, dopo il +16,6% della produzione industriale del 2021 e il riassestamento al +4,5% del 2022, il 2023 della manifattura veneta si è chiuso con un calo medio annuo tendenziale del -2% (e del -3,5% si ci si focalizza sul quarto trimestre 2023), primo dato negativo dopo il periodo Covid. E tuttavia, è il caso di dirlo, gli imprenditori padovani vogliono guardare con fiducia al futuro. Confapi Padova ha voluto tastare il loro polso nel corso del Mecspe 2024, la fiera internazionale della meccanica di Bologna, dove si è registrata una presenza importante di aziende associate, come Rg, Tecnostamp, Trevisan, Rettifica Nord, Meccanica Marcato, It+Robotics e Omd Automation. Al Mecspe 2024 è stata organizzata anche una missione collettiva di Unionmeccania-Confapi, allestita grazie all’apporto dell’imprenditore Andrea Tiburli, presidente di Unionmeccanica Confapi Padova e delegato nazionale della categoria sulle materie internazionalizzazione ed export.

«La situazione non è rosea, ma nemmeno drammatica. Ci attende un anno di transizione, ma permane l’ottimismo», sottolinea Tiburli, che ha condotto il momento istituzionale Confapi sul palco di Bologna, affiancato da Luigi Sabadini, presidente nazionale di Unionmeccanica, Gabriella Severi, senior external relations di Simest, Julia Ruth Adam, funzionario meccanica industriale di ICE, ma anche da Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova, e dal direttore Davide D’Onofrio. «Il quadro generale delle imprese metalmeccaniche è a macchia di leopardo, molto dipende dagli specifici settori», commenta Tiburli. «I fattori dietro al rallentamento? Sono diversi. C’è la debolezza di un partner tradizionale della nostra economica come la Germania. C’è l’incertezza geopolitica, legata alla guerra Russia-Ucraina, al conflitto israelo-palestinese e alla crisi del Mar Rosso. Ci sono le incognite del settore automotive, con tutto l’indotto a esso legato. E ci sono i tassi che rimangono alti e che scoraggiano gli investimenti. Ritengo che un impulso importante arriverà nel momento in cui avremo i decreti attuativi del Piano 5.0, attesi con molto interesse dagli imprenditori, soprattutto per quanto riguarda il credito d’imposta che potrà stimolare gli investimenti nel settore energetico: credo che potrà dare una bella iniezione alla nostra economia. Così come potrà influire molto il calo dell’inflazione, che stiamo registrando a febbraio, con l’Italia messa meglio rispetto ai suoi competitors internazionali: sappiamo bene tutti quanto sia importante una discesa dei prezzi per rimettere in circolo risorse, che sono linfa vitale per l’economia».

Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha preso in esame i dati più significativi messi in evidenza da Veneto Congiuntura - l’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera realizzata da Unioncamere del Veneto - sulla produttività, rapportandoli ai dati a propria disposizione. Dietro al -2% della produzione industriale nel 2023 si conferma la debolezza della domanda internazionale, con una raccolta ordini dal mercato estero scesa del -5,6% su base tendenziale, a cui si accompagna il -3% dal mercato interno. La maggior parte dei settori monitorati ha evidenziato una flessione tendenziale della produzione: tengono solo il comparto di alimentare e bevande (-0,1%), con una buona risposta degli ordini sia dal mercato interno (+2,1%) che estero (+2,9%), e le macchine e apparecchi meccanici (-0,3%), ma per questo settore si osserva un calo della domanda che arriva da fuori dei confini nazionali (-5,8%). Rimane invece stabile a 58 il numero dei giorni di produzione assicurata dal portafoglio ordini. La variazione su base annua del fatturato totale ha invece registrato una significativa diminuzione del -3,5%, spiegata anche dalla riduzione della spinta inflattiva sui prezzi.

 

MECSPE, PARLANO I PROTAGONISTI: «ANNO DI TRANSIZIONE», «OCCORRE DIVERSIFICARE» -> leggi l'articolo

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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