Mentre il circuito bancario osserva da tempo una fase di stallo, la piattaforma SiBonus consente a cittadini e imprese di evitare il rischio di pagare di tasca propria buona parte dei costi dei lavori eseguiti: l’intervista al direttore generale di InfoCamere Paolo Ghezzi, che ci presenta le attività della società informatica di riferimento per il sistema camerale italiano. Con sede a Padova.
SiBonus è qualcosa che fino a un paio d’anni fa non esisteva. La piattaforma progettata e gestita da InfoCamere funziona come un marketplace ed è stata pensata per consentire alle imprese, o a chiunque sia titolare di un credito fiscale, di metterlo in vendita alle proprie condizioni, senza nessun costo a carico, per ricavarne liquidità immediata e guadagnare. Tutto on line, con un processo di trasferimento del credito studiato per essere semplice, rapido (bastano tre passaggi) e, ciò che più conta, sicuro. Uno strumento oggi più che mai d’attualità. Non a caso SiBonus sarà al centro del webinar “Acquisto e cessione di crediti edilizi - strumenti e opportunità”, in cartellone giovedì 13 aprile alle ore 11.30, mirato a fornire un’analisi approfondita sul quadro normativo e delle opportunità attuali nella cessione o nell’acquisto dei crediti edilizi. Da qui abbiamo preso spunto per sentire Paolo Ghezzi, direttore generale di InfoCamere.
Direttore, possiamo definirla una sorta di “borsa” dei crediti fiscali, dove chi vende stabilisce il prezzo e chi è interessato all’acquisto può valutare tra i vari annunci inseriti sulla piattaforma, in base alle diverse necessità per tipologia e per importo?
«La piattaforma esiste ormai dal 2021 ed è nata per mettere appunto in contatto domanda e offerta dei crediti fiscali. Ci abbiamo pensato perché le piccole imprese, non essendo in grado di cedere il credito, non riuscivano più a fare sconti in fattura e ci siamo mossi con due obiettivi principali: da un lato consentire alle imprese che fanno lavori di monetizzare i propri crediti rapidamente e in piena sicurezza - oggi l’acquirente riesce a completare l’acquisto in meno di 15 giorni da quando lo seleziona; dall’altro lato lo scopo era quello di offrire a chi ha un debito nei confronti dello Stato il modo di poterlo saldare a condizioni vantaggiose. In sostanza, l’azienda che lo compra a 100 lo paga 80. E la piattaforma serve appunto a questo: far entrare in contatto compratore e venditore».
Quanti ne hanno usufruito in questi due anni?
«Fino a oggi la piattaforma ha consentito di scambiare crediti per un valore di circa 80 milioni di euro, con uno sconto medio del 25,3%. Al momento gli iscritti sono 54 mila, di cui 12 mila sono veneti. Per iscriversi serve l’accesso con credenziali forti: lo Spid e la firma digitale nel contratto di acquisto e cessione. Già in vendita, attualmente, abbiamo un valore di circa 800 milioni di euro di crediti».
Perché SiBonus oggi è particolarmente d’attualità?
«Le banche erano nella partita per fare crediti e finanziamenti, ma, avendo esaurito le loro disponibilità, sono rimasti in gioco solo privati e imprese. E il punto è che chi ha i crediti li vuole cedere, perché in genere non ha le capienze fiscali per portarli in detrazione negli anni successivi. L’impulso pertanto è forte e la previsione è quella di una crescita ulteriore, anche perché un altro aspetto da considerare è che i crediti sul mercato vanno da uno a dieci anni, per cui è possibile vendere più annualità. Le condizioni sono molto vantaggiose: aziende che hanno tanti dipendenti - e quindi debiti con lo Stato, ad esempio perché pagano l’Irpef - possono portarli in detrazione acquistando crediti e scalandoli dalla propria capienza fiscale. Altro elemento da annotare: il mondo bancario si concentra per mestiere sull’anticipo della liquidità, mentre la nostra piattaforma interviene a lavori già eseguiti, su crediti quasi sempre certificati da commercialisti».
Si tratta di uno dei tanti strumenti che fanno capo a InfoCamere. Non tutti sanno che la sede principale è proprio a Padova, in Corso Stati Uniti. Ci tolga una curiosità: come mai a suo tempo è stata scelta proprio la città del Santo per ospitare il data center?
«InfoCamere è nata negli anni ’80 raccogliendo l’eredità di Cerved, spin-off che poi è andato sul mercato. Presidente della Camera di Commercio di Padova, all’epoca, era il professor Mario Volpato, che ebbe l’intuizione di collegare le camere di commercio italiane attraverso un’unica rete informatica. Oggi abbiamo quattro sedi e a Padova è presente quella operativa, la più grande. Poi abbiamo un secondo data center a Milano, la sede legale a Roma e una a Bari, nella quale ci si concentra sullo sviluppo software. In tutto abbiamo mille dipendenti, per quella che, va precisato, è una società in house: siamo la società di informatica della Camera di Commercio».
Con un numero considerevole di servizi a disposizione delle imprese.
«Siamo impegnati nella digitalizzazione del Paese e delle imprese, gestendo ad esempio gli sportelli unici delle attività produttive (Suap), usati da 4 mila comuni, tra cui tutti quelli del Veneto. Nello specifico, l’obiettivo è rendere il rapporto con lo Stato sempre più veloce e sicuro. In tema di sicurezza, poi, uno dei temi chiave è la cyber security, per cui stiamo lavorando a un progetto che consenta alle piccole imprese di svolgere una sorta di assesment per valutare quando sono al sicuro, calcolando l’Indice di Esposizione Cyber (Cyber Exposure Index) dell’azienda: si tratta di uno strumento di prevenzione del rischio che verifica se i cybercriminali sono entrati in possesso di dati di una particolare impresa e quali informazioni hanno a disposizione per poterla attaccare».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova